“Quando sarò morto”: Naska e J-Ax tra ironia e serie cult

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Con un mix travolgente di sarcasmo, provocazione e riferimenti pop, Naska torna a colpire con un nuovo singolo che non passa inosservato. Quando sarò morto, brano nato dalla collaborazione con J-Ax e tratto dall’EP Milanconia, sarà in rotazione radiofonica da venerdì 27 giugno.
Un pezzo che, tra liriche taglienti e sonorità punk-pop, affronta con irriverenza il tema del post-mortem artistico e dell’ossessione contemporanea per la fama.
Il videoclip del brano rappresenta un piccolo evento a sé: è il primo della carriera di Naska realizzato interamente con l’intelligenza artificiale.
In un’esplosione di creatività postmoderna, i due artisti si trasformano in personaggi animati, protagonisti di un caleidoscopico viaggio tra alcune delle serie TV e dei cartoni animati più iconici degli ultimi decenni: da Breaking Bad a Toy Story, passando per Futurama.
Il risultato è un cortometraggio caotico e surreale, dove satira e citazionismo si fondono in una critica nemmeno troppo velata al mondo dell’intrattenimento e alla costruzione dell’identità mediatica.
Naska, al secolo Diego Caterbetti, continua così il suo percorso di sperimentazione tra i generi, mantenendo intatta quella cifra stilistica che lo ha reso uno degli artisti più interessanti della nuova scena punk italiana.
Ironico e romantico, nichilista ma profondamente umano, sa raccontare in modo diretto e sincero l’amore, il disagio generazionale, la solitudine, e la voglia di libertà.
Con testi che oscillano tra confessione personale e provocazione, Naska riesce a parlare a una generazione in cerca di verità anche nelle sue contraddizioni.
Reduce dal successo del suo tour unplugged, che ha registrato il tutto esaurito nei principali teatri italiani, l’artista è pronto a tornare live con The Freak Summer Show, una tournée estiva che lo porterà sui palchi dei più importanti festival italiani.
Prodotti e organizzati da Vivo Concerti, i concerti saranno l’occasione per ritrovare Naska nella sua veste più energica e autentica, tra poghi, stage diving e un legame diretto con il pubblico che è ormai il suo marchio di fabbrica.
In attesa di vedere le sue performance estive, i fan possono intanto tuffarsi nell’universo ipercolorato di Quando sarò morto, un brano che, dietro l’ironia e il ritmo incalzante, cela uno sguardo profondo sulla condizione dell’artista contemporaneo.
Perché, come suggerisce lo stesso titolo, a volte serve immaginare il proprio funerale per capire davvero chi si è.