Rita Dalla Chiesa su Rai2 “Mio padre ucciso per fare un favore a un politico” e spunta il nome di Andreotti

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Per meglio comprendere quanto pesanti siano state le dichiarazioni di Rita Dalla Chiesa durante la puntata di Tango andata in onda venerdì 20 settembre su Rai2 bisogna fare un passo indietro lungo 42 anni, al 3 settembre 1982, giorno in cui per mano della mafia morirono il prefetto di Palermo Carlo Alberto Dalla Chiesa, padre di Rita, e la di lui giovane moglie, Emanuela Setti Carraro. Un omicidio purtroppo prevedibile, il generale Dalla Chiesa aveva dato seri colpi a Cosa Nostra e rappresentava il più pericoloso nemico per la mafia. Dalla Chiesa, ex generale dei carabinieri, era stato trasferito in Sicilia in virtù della sua grande preparazione in materia di lotta a criminalità organizzata, avendo sgominato con successo la mala in Lombardia.
Un omicidio che al tempo scosse l’opinione pubblica e la classe politica in quanto con l’assassinio di Dalla Chiesa venne meno un punto di riferimento. Ai funerali di Stato partecipò una moltitudine infinita di persone e gran parte della classe politica dell’epoca ad eccezione di Giulio Andreotti, che interpellato sui motivi della sua assenza, rispose “Ai funerali preferisco i battesimi”. Per anni quella assenza ha fatto dubitare di una possibile collusione del noto politico italiano con la mafia fino a quando negli anni ’90 non fu indagato e processato per presunte trattative dello Stato con Cosa Nostra, dopo le rivelazioni di un pentito che parlò di un bacio sulle labbra tra Andreotti e Totò Riina, boss dei Corleonesi.
Successivamente si parlò di Andreotti come mandante degli omicidi di Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, di Mino Pecorelli e appunto del generale Dalla Chiesa. Lo si accusò anche di scarso impegno durante il sequestro Moro, soprattutto di non essere intervenuto quando un politico della ex DC tramite aderenze nella criminalità romana gli aveva riferito che il Presidente della DC sequestrato dalle Brigate Rosse, era rinchiuso in un appartamento in Via Gradoli a Roma, informazione poi rivelatasi vera.
Andreotti potentissimo politico del dopoguerra, 6 volte Presidente del Consiglio dei Ministri e più volte ministro in diversi governi, fu scagionato da tutte le accuse per poi sparire dallo scenario politico con l’avvento della seconda Repubblica e morire alla veneranda età di 94 anni nel 2013.
Rita Dalla Chiesa, nella trasmissione andata in onda ieri ha scoperchiato la pentola sull’omicidio del padre Carlo Alberto rivelando che per lei si è trattato di omicidio politico per poi aggiungere “Fu ucciso per fare un favore a qualcuno, chi fosse quel qualcuno puoi immaginarlo” . Luisella Costamagna conduttrice del programma ha allora chiesto “Non è passato abbastanza tempo per dire quel nome?” La risposta della Dalla Chiesa allora si è fatta più precisa “Potrebbe essere passato il tempo però c’è una famiglia di questo politico e io evito di parlarne. Comunque era una persona che quando andò a Palermo aveva detto a mio padre: ‘Stia attento a non mettersi contro la mia corrente perché chi l’ha fatto è sempre tornato con i piedi… in una bara’” La conduttrice ha allora detto “Ma se io dico Andreotti cosa dici?”, la Dalla Chiesa è rimasta zitta, senza proferire alcuna parola, in un silenzio che ha dato l’impressione di essere di assenso.
Dichiarazioni che hanno ovviamente procurato un terremoto politico tra chi ha reputato gravissime le rivelazioni e ha chiesto che la deputata di Forza Italia riferisca in Commissione Antimafia e chi invece la ha accusata di aver parlato adesso che Andreotti non c’è più e non può difendersi. Insomma Andreotti torna a far parlare di sè anche dopo la morte, lo spettro di contatti Stato-Mafia torna prepotentemente dopo anni.
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