Rula Jebreal, la condanna della propaganda anti Gaza, il bavaglio all’informazione, la strumentalizzazione
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Oltre l’immane tragedia di Gaza, in quello che non esitiamo a definire un genocidio, si inserisce anche il fallimento dell’Occidente e soprattutto dell’informazione occidentale. Rula Jebreal, attualmente in promozione con il suo ultimo libro “GENOCIDIO” titolo scritto non a caso in caratteri cubitali, ospite di “Burnout” il video podcast di Selvaggia Lucarelli, ha messo l’accento sulla grande responsabilità del silenzio e delle distorsioni del giornalismo tradizionale nella narrazione di una tragedia umanitaria senza mai pronunciare la parola “genocidio” e sul ruolo importante che ha avuto e sta avendo l’informazione indipendente nel raccontare la verità.
Di seguito alcuni passaggi importanti dell’intervista realizzata da Selvaggia Lucarelli in collaborazione con Serena Doe Mazzini, che potrete trovare nella sua forma integrale nel podcast “Vale tutto”

L’intervista a Rula Jebreal
La tendenza a invitare in televisione personaggi che portino ascolti, ma sono poco informati su quanto stia accadendo – “Ci sono contenitori nei quali si può avere un dibattito civile, se il contenitore deve avere lo scopo di insultare e delegittimare è una perdita di tempo. Provo a dire sì il più possibile agli inviti, cerco di dialogare con l’interlocutore in maniera civile.
Molto spesso però ci sono due obiettivi diversi, io ho quello di raccontare la verità sui palestinesi, che Israele ha cercato di seppellire, uno dei danni collaterali di questo genocidio è la verità. Per ciò che mi riguarda vedo colleghi il cui unico obiettivo è fare ascolti. Continuano ad invitare personaggi che è risaputo non sappiano nulla sull’argomento, vengono invitati per litigare e tirare su l’audience, mentre l’argomento principale sono i civili e i bambini che vengono sterminati”
Rula Jebreal: “Con poche persone si può avere un confronto civile” – “Ci sono persone che hanno una opinione diversa, Gad Lerner non la pensa come me, però ha presentato il mio libro e abbiamo avuto un dialogo, tosto, forte, però un dialogo. Lui sa di cosa parla e viene invitato pochissimo, non perché non vuole, ma perché, come ho sentito da alcuni conduttori, non sa fare share. Secondo me si può fare share parlando anche di cose serie”
La litigata in tv con Italo Bocchino – “Mia figlia era a Torino che faceva un evento e mi ha detto ‘mamma cosa hai fatto’, le ho chiesto di non guardare, poi quando le ho detto cosa era successo mi ha risposto ‘No dai dimmi che non lo hai detto ‘ Il giorno dopo stavo partendo dalla stazione di Roma per andare da un’altra parte, c’era una signora forse di settant’anni , ha alzato la voce per gridarmi ‘grazie’ e lì ho pensato che almeno l’opinione pubblica era dalla nostra parte”

L’enorme responsabilità del silenzio dell’informazione su Gaza –“Per me tutti i genocidi iniziano con le parole e con la disumanizzazione collettiva, ma questo genocidio è quello della nostra vita in mondovisione. Abbiamo visto di tutto: i massacri, i bambini affamati, gli ospedali distrutti, persone torturate e i soldati israeliani che si vantavano sui social media di aver commesso crimini, quasi fossero contenti di ciò che stessero facendo nella certezza di rimanere impuniti.
La cosa grave sono la propaganda e le grandi menzogne messe in atto dopo il 7 ottobre 2023, hanno parlato di 40 bambini israeliani decapitati, mai accaduto, i nostri colleghi sono andati a leggere la lista delle vittime dell’attentato e hanno visto che non c’erano 40 bambini. Quando hanno fatto notare al sindaco che c’erano due bambini tra le vittime è arrivata la smentita, la cosa grave è che nei due Paesi interessati al conflitto è stata rettificata la notizia, ma nessun giornale occidentale lo ha fatto.
Quella bugia ha spianato la strada al vero sterminio di 20mila bambini palestinesi. Un’altra bugia per la quale il New York Times è stato massacrato, è che Hamas aveva dato un ordine preciso di stupri di massa, chiariamoci io non escludo che qualcosa sia accaduto, ma che ce ne siano stati di massa, no. La Procura di Israele tra l’altro non ha aperto neanche una indagine, la famiglia della donna indicata come vittima di stupro dal New York Times si è sbrigata a smentire.
Si è scoperto che il giornale aveva contattato una donna dei servizi segreti israeliani e le avevano chiesto di collaborare al pezzo. Tu giornale non puoi servirti di una israeliana che già aveva scritto post a favore della distruzione di Gaza per scrivere un pezzo che è diventato di propaganda. Il New York Times per compensare l’errore ha poi fatto una intervista a medici che hanno confermato l’uccisione deliberata dei bambini palestinesi da parte degli israeliani con un colpo alla testa e uno al cuore”
I milioni spesi da Israele per la propaganda distorta – “L’economia israeliana è sotto terra ma Netanyahu spende milioni per la propaganda pro Israele: Google 45 milioni, migliaia di creator digitali che vengono pagati in tutto il mondo. La vera guerra di Israele è conquistare una narrazione positiva dell’Occidente anche attraverso il dossieraggio di chi fa informazione. Secondo me alcuni difendono Israele perché sono ricattati, compreso qualche giornalista italiano, non è possibile che giornalisti schierati siano improvvisamente diventati neutrali, unica spiegazione è il ricatto”

I 280 giornalisti uccisi – “Quando Netanyahu è andato a parlare alle Nazioni Unite e ha visto che c’erano più persone che protestavano fuori, di quelle che lo ascoltavano dentro e ha visto gran parte dei presenti in aula uscire, ha capito di essere rimasto in minoranza e lo ha capito anche Trump. La vera vittoria è stata quando l’informazione palestinese è riuscita ad usare i propri telefonini per documentare quello che stava succedendo, comprese le notizie sui 280 giornalisti uccisi perché secondo la propaganda membri di Hamas.
Siamo andati a controllare le date di nascita, ci avevano detto che alcuni erano terroristi dal 2008 ma dalle carte di identità in quell’epoca avevano 6 anni o 10 anni, hanno voluto chiudere la bocca a chi voleva raccontare la verità. I palestinesi hanno capito che il mondo non li aveva abbandonati quando hanno visto le manifestazioni e la gente con le bandiere palestinesi in pazza”
La certezza degli israeliani di rimanere impuniti – “Gli israeliani stuprano, carbonizzano e uccidono i prigionieri perché sanno che non li punirà nessuno, l’Occidente ha emesso diciotto sanzioni contro la Russia ma ha cambiato leggi e regole per non punire Israele. Ci sono delle responsabilità enormi da parte dell’Europa, i cittadini israeliani possono circolare liberamente senza visto, possono partecipare a eventi sportivi, possono partecipare all’Eurovision, ditemi a che titolo Israele può partecipare a manifestazioni del genere.
Le piazze piene sono un messaggio al mondo che Israele non può fare più come gli pare e purtroppo le sue malefatte sono imitate, Trump ha bombardato una nave Venezuelana dicendo che c’erano terroristi senza averne le prove, lo stile omicida di Israele si sta trasferendo altrove e miete proseliti”
Il pensiero di Rula Jebreal su Francesca Albanese – “Francesca Albanese è una donna colta, indipendente, libera, che lavora a livello internazionale, che parla ai media che è invitata dall’Associazione Nelson Mandela a parlare di diritti umani e civili, una donna che fa vedere quanto altri siano servi del sistema e quanto alcuni abbiano fallito nel loro compito di proteggere l’Italia. Israele sa che l’Occidente lo sostiene, lo vede come complice, Francesca Albanese ha avvertito di questo.
Se vuoi fermare il terrorismo devi dare una risposta politica e Francesca Albanese sta dando una risposta politica. C’è la carta internazionale dell’Onu che dice che tutti i Paesi devono intervenire per fermare il genocidio, ma nessuno sta facendo nulla. C’è solo propaganda, anche su Flotilla si è fatta propaganda, Greta Thunberg è stata torturata, ma gli israeliani hanno negato, professori ebrei che sono contro il genocidio sono stati torturati perché ritenuti traditori, qui non si tratta di combattere il terrorismo, ma di un vero e proprio progetto colonialista”
Rula Jebreal: “Roccella ignorante e in malafede” – “Io ho dedicato la mia vita a farmi delle domande, ho sempre pensato che le visite ad Auschwitz siano utili per capire come mai siamo arrivati ai campi di sterminio e all’odio razziale, ricordare è un atto di resistenza, ma soprattutto di civiltà. La signora Roccella è ignorante ed anche in malafede, perché in questo momento storico chi ci tiene davvero alla lotta all’antisemitismo deve ricordare l’Olocausto e riconoscere l’umanità dell’altro. Ebraismo non è sionismo, il sionismo è stato condannato come ideologia razzista.”
Rula Jebreal: “Israele dovrà rivedere le sue politiche o sarà la sua fine” – “Trump si è reso conto che negli Stati Uniti il sostegno incondizionato a Israele è finito e questa generazione fra qualche anno sarà leader nel Paese, pertanto Israele dovrà rivedere le sue politiche o sarà per lui la fine. Tanti sostenitori della destra trumpiana si stanno allontanando condannando l’operato di Trump. “
Le critiche a Mentana, Mieli, Montanari e Sechi: “Dico a Mentana che gli amici di Israele non sono coloro che difendono i crimini di guerra, ma che dicono a Israele di fermarsi. Non sta facendo un servizio né a Israele né alla sua credibilità. Il termine ‘transumanza’ non può essere stato un lapsus, c’è stata proprio la convinzione di disumanizzare i palestinesi, è una cosa che gli è venuta da dentro. Mieli ha offeso deliberatamente una donna per il suo aspetto estetico perché è palestinese, dovrebbe guardarsi lui allo specchio. Mauro Sechi fa propaganda, dice quello che vuole il governo. Montanari e Mieli non vogliono confronto con me perché parlo di genocidio, non sanno cosa sia la vergogna”
Cosa significa nascere a Gaza o a Israele oggi – “Io ero una bambina palestinese viveva di speranze, ora ho visto gli orfanotrofi bombardati, pensa crescere in quella situazione, bambini vittime di un genocidio preventivo, non so come cresceranno, ma sono consapevole di una cosa, quando hanno cominciato a sterminare i bambini è stata chiara la percezione di genocidio. I bambini israeliani vivono invece indottrinati contro i palestinesi, si allenano cantando canzoni contro i palestinesi, fanno il segno del fucile, grazie alla propaganda che c’è sempre stata e che dopo il 7 ottobre 2023 è diventata ancora più amplificata”

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