
#image_title
Lunedì 19 maggio le autorità russe hanno dichiarato Amnesty International fuorilegge, definendola una “organizzazione indesiderata“, un’etichetta che, in base a una legge del 2015, rende il coinvolgimento con tali organizzazioni un reato.
La decisione della Procura generale russa, annunciata in una dichiarazione online, è l’ultima di una serie di incessanti misure repressive nei confronti di critici, giornalisti e attivisti, del Cremlino, intensificatesi a livelli senza precedenti dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca nel febbraio 2022.
Questa designazione implica che il gruppo internazionale per i diritti umani deve interrompere qualsiasi attività in Russia e sottopone a procedimenti giudiziari coloro che collaborano con esso o lo sostengono, anche se qualcuno condivide i resoconti di Amnesty International sui social media.

233 soggetti giuridici nell’elenco russo delle ‘organizzazioni indesiderate’
Dopo che Open Russia fu dichiarata indesiderata nel 2021 e si sciolse per proteggere i suoi membri, il suo leader, Andrei Pivovarov, fu arrestato e condannato con l’accusa di aver svolto attività di un’organizzazione indesiderata. Fu condannato a quattro anni di carcere e rilasciato nel 2024, nel più grande scambio di prigionieri con l’Occidente dai tempi dell’Unione Sovietica.
Amnesty International
Amnesty International è stata fondata nel 1961. Il gruppo documenta e denuncia le violazioni dei diritti umani in tutto il mondo e si batte per il rilascio di coloro che ritiene ingiustamente imprigionati. Ha pubblicato rapporti sulla guerra russa in Ucraina, accusando Mosca di crimini contro l’umanità, e si è espressa contro la repressione del dissenso da parte del Cremlino, che ha coinvolto migliaia di persone negli ultimi anni.
Tra le recenti dichiarazioni di Amnesty International sulla Russia, si segnala la disapprovazione della condanna a morte inflitta al noto attivista per il monitoraggio delle elezioni Grigory Melkonyants, definita una “sfacciata e politicamente motivata repressione dell’attivismo pacifico”.
Si è anche espressa contro una serie di arresti di professionisti dell’editoria in Russia la scorsa settimana per presunta “propaganda LGBTQ+” nei libri. “Questo spudorato e pesante uso dell’apparato statale contro la letteratura è tanto assurdo quanto terrificante”, ha dichiarato Natalia Zviagina, direttrice di Amnesty International per la Russia.
Nella sua dichiarazione, la Procura generale ha accusato il gruppo di aver portato avanti “progetti russofobi” e attività volte all’“isolamento politico ed economico” della Russia.
About The Author
