Saman Abbas, ergastolo per i cugini: tornano in carcere

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Saman Abbas, la 18enne pachistana uccisa dalla sua famiglia nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021 nelle campagne di Novellara, ha visto arrivare giustizia per la sua morte.
Dopo un anno e mezzo di libertà, Nomanhulaq Nomanhulaq, 38 anni, e Ikram Ijaz, 32 anni, sono stati arrestati nuovamente a seguito della condanna all’ergastolo pronunciata dalla Corte d’Assise d’Appello di Bologna il 18 aprile scorso.
La giovane ragazza fu assassinata per essersi ribellata a un matrimonio combinato con un cugino in Pakistan e per voler vivere secondo i suoi sogni in un contesto occidentale, intraprendendo anche una relazione sentimentale non approvata dalla famiglia.
Il suo corpo venne trovato mesi dopo, il 27 novembre 2022, sepolto sotto terra nei pressi di un casolare abbandonato, a solo un centinaio di passi dalla casa in cui viveva con i genitori.
I cugini Nomanhulaq e Ijaz erano stati inizialmente assolti in primo grado il 19 dicembre 2023 dal Tribunale di Reggio Emilia, ma la sentenza è stata ribaltata in Appello.
Ora dovranno scontare l’ergastolo, come già deciso per i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, e per lo zio Danish Hasnain, considerato l’esecutore materiale del delitto e il principale collaboratore della giustizia, grazie al quale fu individuato il luogo dove era stato occultato il corpo.
A pesare sul destino dei due cugini, ci sono le prove raccolte, tra cui un video che li mostra due giorni prima dell’omicidio con delle pale in mano, strumenti che si ritiene siano stati utilizzati per scavare la fossa dove poi fu sepolta Saman.
Ijaz fu il primo dei cinque imputati ad essere arrestato, catturato in Francia il 31 maggio 2021 e successivamente estradato in Italia il 10 giugno.
Nomanhulaq, invece, venne arrestato in Spagna il 14 febbraio 2022 mentre cercava di fuggire, e fu estradato in Italia il 22 marzo dello stesso anno.
La decisione di arrestarli nuovamente è stata presa dal Tribunale di Bologna, che ha accolto la richiesta di custodia cautelare della Procura Generale, evidenziando il “grave quadro indiziario” e il “concreto pericolo di fuga”.
I due cugini sono stati prelevati dai carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e portati nel carcere reggiano de ‘La Pulce’.
Il fratello minore di Saman, Alì Haider, è stato un testimone chiave del processo, raccontando dettagli del piano che la famiglia aveva organizzato per uccidere la ragazza, un racconto che ha contribuito a incastrare i responsabili.
Nonostante la condanna in Appello, la battaglia legale non è finita: i difensori dei due cugini hanno espresso sconcerto per il verdetto e sono pronti a presentare ricorso in Cassazione non appena riceveranno le motivazioni della sentenza.