Siti sessisti, la Polizia Postale invita a denunciare, ma il sito che è stato chiuso riceveva denunce da anni

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Dopo la chiusura dei siti sessisti la Polizia Postale ha lanciato l’appello a denunciare perché segnalare non basta. Purtroppo a volte non serve neanche denunciare, abbiamo riportato su queste colonne la testimonianza di Martina Attili, cantante e attrice di musical, anche lei andata inconsapevolmente a finire sul sito incriminato, qualcuno dei frequentatori aveva anche pubblicato l’indirizzo di casa chiedendo se qualcuno riusciva a paparazzarla nuda.
Martina aveva denunciato il sito già cinque anni fa, quando era da poco maggiorenne, ma la stessa polizia le aveva risposto che la denuncia non sarebbe servita a molto: “Erano state commentate foto di quando ero minorenne, ma per la Procura il materiale che avevo portato non era stato considerato sufficiente per integrare il reato di molestie. Mi era stato detto che anche la denuncia non sarebbe servita a molto”.
Centinaia di denunce rimaste negli archivi, buchi legislativi non aiutano ad arginare il fenomeno
Nonostante le buone intenzioni le forze dell’ordine sembrano impreparate sul tema e le centinaia di denunce ricevute in questi anni e rimaste negli archivi ne sono la dimostrazione. Il problema è che esistono veri e propri buchi legislativi per arginare il fenomeno, soprattutto quello delle piattaforme per adulti che si appoggiano a cloud esteri che non rispondono legalmente, non esistono regolamenti internazionali per agire con velocità e tutelare gli utenti. Non sappiamo se la chiusura del sito diventerà definitiva, al momento ha le sembianze di una chiusura temporanea perché gli admin furbamente hanno dichiarato di non saper arginare la tossicità presente sulla piattaforma.
Una autodenuncia che ha le sembianze di una scappatoia, per sparire fino a quando la luce non si sarà spenta sulla vicenda e i frequentatori potranno tornare a scambiarsi contenuti a sfondo sessuale o pornografico. Negli ultimi giorni quegli stessi admin che hanno dichiarato la loro impotenza nell’arginare la tossicità presente sulla loro piattaforma, (facilmente risolvibile con un ban), avrebbero ricevuto donazioni da parte degli iscritti affinché potessero sopperire velocemente al “problema”, spostandosi altrove.
La fuga su altre piattaforme
Gabriele Parpigla ha informato sui suoi canali social che gli ex frequentatori del sito che è stato chiuso, “si stanno spostando sul forum che si chiama ‘dei brutti’ dove chiamano le donne ‘NP’ (non persona)” il giornalista ha pubblicato anche alcuni dei commenti osceni di diversi fruitori, invitando tutti a segnalare il più possibile. Il problema dell’odio web, del sessismo sul web e dei siti per adulti fuori regolamentazione, sembra sempre più di difficile gestione soprattutto in assenza di regole specifiche.
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