Sophie Codegoni, le accuse degli hater sul fisico e sulla maternità: “Mi scrivevano ‘hai una figlia vergognati'”
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I social, sfogatoio del livore altrui, piattaforme incontrollate spesso frequentate da odiatori seriali, di quelli che hanno fatto dell’insulto il proprio mestiere e del livore la propria guida. Sophie Codegoni, creator digitale, personaggio televisivo, giovanissima mamma, quei social pieni di offese gratuite è costretta a frequentarli per lavoro e se adesso ha imparato a prendere le misure e a farsi scivolare tutto addosso, in passato quell’odio vomitato da una tastiera la ha ferita, soprattutto quando si è sentita colpita nell’aspetto fisico e sulla maternità.
Ospite di Caterina Balivo a La Volta Buona, la ventiquattrenne di origini romagnole ha raccontato la sua esperienza, allorché a causa di un eccessivo dimagrimento è stata accusata di essere anoressica e di non essere una brava madre:
“Effettivamente non ero magra in maniera sana, nonostante mangiassi e mi impegnavo a mangiare non avevo appetito e probabilmente lo stress influisce tanto anche se perdevo, nonostante mangiassi, sempre più chili ero 5 kg in meno, in realtà sì, però era un magro diverso era proprio un magro sciupato e c’erano solo commenti orribili sul mio fisico, io mi rendevo conto che comunque ero sempre più magra ogni tanto mi modificavo anche le foto e cercavo di allargarmi un po’ pochino il fianco.
Però sicuramente, in quel periodo della vita non stavo benissimo, il commento che mi ha ferito di più è stato quando ad un certo punto hanno iniziato a parlare della ‘Sophie Mamma’, quindi c’erano tanti commenti che dicevano ‘hai una figlia vergognati spero che ti tolgano la bambina’ allora ho cominciato a preoccuparmi, mi chiedevo siamo in un portale talmente grande dovessero veramente cominciare ad uscire i titoli con ‘Sophie è anoressica’ e io ho la responsabilità di una mamma”
La reazione alla diffamazione sui social
Sophie ha raccontato quale sia stata la reazione a delle illazioni così gravi, false e pesanti: “Mi sono detta che forse dovevo iniziare a fare qualcosa ho iniziato sicuramente a mangiare anche un pochino di più ad allenarmi, cosa che non ho mai mai fatto, perché non sono una grande sportiva, sicuramente mi sono anche spaventata, perché dopo un po’ come lo stomaco si allarga così si chiude. C’è stato un momento dove mi piacevo ma poi ad un certo punto non mi vedevo più così magra quindi mi guardavo e dicevo, ‘ma io non sono più così magra, anzi oggi ho mangiato la pizza. Domani aspetta che magari mi mangio un’insalatina piccolina’ “
Alla fine Sophie ha compreso che per il suo benessere non doveva farsi più trascinare dai commenti di odio nei suoi confronti:
“Quando mi è scappato quel meccanismo nel cervello ho iniziato a dire ‘ok reagisco’ e tra i commenti sbagliati e la mia alimentazione malsana ho fatto un percorso psicologico che mi ha aiutata, mi sono fatta seguire da una psicologa per cose mie e sono riuscita a uscirne”
L’odio social
La testimonianza di Sophie è solo uno dei tanti esempi del male che possono procurare determinati commenti. La falsità, le bugie, il rancore, l’odio, possono umiliare, ferire e in certi casi anche uccidere chi ne è destinatario. Non tutti hanno le spalle grosse per reagire, da tempo si chiede a gran voce un controllo delle piattaforme, ma a quanto pare il numero di account e le pubblicità per i gestori contano più della dignità umana.

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