Soundgarden: l’ultimo album per onorare Chris Cornell

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Dopo anni di attesa e speranza da parte dei fan, i Soundgarden hanno annunciato la pubblicazione del loro ultimo album, un progetto che rappresenta un commosso tributo alla memoria di Chris Cornell, iconico frontman scomparso tragicamente il 18 maggio 2017.
Il disco conterrà le ultime registrazioni vocali di Cornell, completate con il contributo del chitarrista Kim Thayil, del batterista Matt Cameron e del bassista Ben Shepherd, segnando così l’atto finale della storica band di Seattle.
“È un lavoro di collaborazione tra noi tre e Chris, ma questa volta ha un peso diverso: è un modo per onorare il suo lascito”, ha dichiarato Kim Thayil.
Nonostante le difficoltà emotive e tecniche legate al completamento dell’album senza la guida creativa di Cornell, i membri superstiti della band si sono impegnati con dedizione nel dare vita a un progetto che fosse all’altezza dell’eredità artistica e spirituale del loro compagno.
Il percorso verso questa uscita è stato però travagliato.
La pubblicazione del disco è stata a lungo ostacolata da una disputa legale con Vicky Cornell, vedova del cantante, riguardante i diritti sulle registrazioni inedite.
Solo nel 2023 si è giunti a un accordo che ha permesso alla band di riprendere in mano il materiale e di proseguire con la produzione.
Sebbene non sia stata ancora annunciata una data ufficiale di uscita, i Soundgarden hanno confermato il loro impegno nel creare un’opera che rappresenti degnamente la carriera di Cornell e l’identità musicale della band.
Il 2025 sarà inoltre un anno particolarmente significativo per i Soundgarden: la band verrà introdotta nella Rock & Roll Hall of Fame, un riconoscimento che include anche Hiro Yamamoto, bassista fondatore.
Per celebrare l’occasione, si sta valutando una possibile esibizione durante la cerimonia, forse con la partecipazione di cantanti ospiti come Shaina Shepherd, che ha già collaborato con la band durante un concerto di beneficenza nel 2024 sotto il nome Nudedragons.
La band ha anche annunciato un altro evento benefico previsto per luglio 2025, segno evidente che, nonostante la fine ufficiale del progetto Soundgarden con questo album finale, la collaborazione e lo spirito che animavano il gruppo sono ancora vivi.
I Soundgarden ha lasciato un segno indelebile nel panorama musicale con il loro sound grunge complesso, sperimentale e potente, reso unico dalla voce profonda, carismatica e struggente di Chris Cornell.
Questo ultimo disco si preannuncia come un atto d’amore e un saluto definitivo, ma sincero, a uno degli artisti più influenti degli ultimi decenni.
Con questo progetto, la band non solo chiude il cerchio della sua leggendaria carriera, ma offre ai fan di tutto il mondo un’ultima occasione per ascoltare la voce di Cornell in una veste inedita, potente e profondamente umana.
Un addio, ma anche una celebrazione della musica, della vita e dell’arte di Chris Cornell.
“Il rock & roll per me è sempre stata la voce della gente comune, degli outsider, di quelli che non comandano” ha detto una volta Chris Cornell.
Alle undici e mezza di sera del 17 maggio 2017 era una delle rockstar più potenti ed amate del mondo, un cantante con un’estensione vocale irreale, un ragazzo di Seattle travolto dall’ossessione per il volume che aveva trovato nel rock una ragione di vita con la sua band.
A mezzanotte e quindici minuti del 18 maggio era morto.
È uno degli eventi più tragici ed inspiegabili nella storia del rock: 45 minuti che hanno messo fine, con un suicidio, alla vita di un uomo di 52 anni, sposato e padre di tre figli, e di un grande artista con tanti lati oscuri.
“A 13 anni prendevo droghe ogni giorno, a 14 avevo già smesso, fino a 16 anni non ho avuto amici” ha raccontato in un’intervista.
“Non sono andato al liceo, mi hanno cacciato subito. Facevo il cameriere, il lavapiatti, le pulizie, qualsiasi cosa. Poi ho cominciato ad interessarmi seriamente al punk rock”.
Nella sua carriera, Chris Cornell ha formato, poi sciolto e riformato i Soundgarden, ha suonato con gli Audioslave, collaborato con i Linkin Park, trovato una nuova identità da cantautore cantando cover strepitose (da Nothing Compares to U di Prince all’inedito del suo idolo Johnny Cash, You Never Really Knew My Mind) e realizzando i pezzi acustici del suo ultimo album di inediti Higher Truth del 2015.
Poche ore prima di morire, la sera del 17 maggio 2017, Chris Cornell era sul palco del Fox Theatre di Detroit con i Soundgarden.
Si dice stessero anche lavorando a un nuovo album, il primo da King Animal del 2012. Il bassista Ben Shepherd e il batterista Matt Cameron avevano dichiarato di avere pronte “sei tracce finite, da registrare in estate”.
Il tour del 2017 dei Soundgarden è un successo, Chris Cornell è in forma, sembra aver definitivamente sconfitto le sue dipendenze.
Sua moglie Vicky lo aspetta con il figlio Christopher e la figlia Toni (la terza figlia, Lilian Jean, l’ha avuta dalla prima moglie Susan Silver, ex manager dei Soundgarden) nella loro casa di Miami.
Il concerto di Detroit dura oltre due ore, con una scaletta di 18 canzoni, da Ugly Truth, primo pezzo di Louder Than Love del 1989, a brani come Hunted Down o Outshined, fino alla canzone più famosa, l’apocalisse metal Black Hole Sun da Superunknown del 1994.
Per il bis, i Soundgarden scelgono Rusty Cage (di cui Johnny Cash ha fatto una cover nel 1996) e Slaves & Bulldozers da Badmotorfinger del 1991.
Durante questo pezzo, l’ultimo cantato da Chris Cornell durante la sua vita, la band inserisce anche una citazione che oggi suona inquietante: quella del brano gospel In My Time of Dying, basato su un passaggio della Bibbia e reso celebre dai Led Zeppelin con la loro cover del 1975 dall’album Physical Graffiti:
“Nel momento della mia morte / Voglio che nessuno pianga / L’unica cosa che dovete fare / È riportarmi a casa”.
Una frase che oggi, più che mai, risuona come un messaggio lasciato in musica. E questo album finale dei Soundgarden rappresenta proprio quel tentativo: riportare a casa Chris Cornell, nella memoria e nel cuore di chi l’ha amato.