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Sollecitato su quanto detto al premier israeliano, Trump ha risposto: “Ho solo detto che non ritengo sia appropriato, stiamo avendo ottime discussioni con loro”. Ha aggiunto: “Gli ho detto che sarebbe stato inappropriato farlo in questo momento perché siamo molto vicini a una soluzione. Penso che vogliano raggiungere un accordo e, se ci riusciamo, salveremo molte vite.”
Nelle ultime settimane Teheran e Washington hanno tenuto cinque round di colloqui incentrati su questa questione: si tratta del contatto di più alto livello da quando gli Stati Uniti, nel 2018, si sono ritirati dall’accordo sul nucleare del 2015, durante il primo mandato di Trump.
Mercoledì mattina l’Iran ha dichiarato che potrebbe prendere in considerazione l’idea di consentire agli ispettori statunitensi dell’organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite di ispezionare i suoi impianti se si raggiungesse un accordo con gli Stati Uniti.
Ma Israele ha ripetutamente minacciato un’azione militare contro l’acerrimo nemico Iran e la scorsa settimana i media statunitensi hanno affermato che Israele si stava preparando a colpire i siti nucleari iraniani nonostante i colloqui in corso tra Stati Uniti e Iran.
Trump non ha escluso un’azione militare, ma ha affermato di voler avere spazio per raggiungere prima un accordo, e ha anche affermato che Israele, e non gli Stati Uniti, assumerebbe la guida di tali attacchi.
L’Iran è da tempo accusato dalle potenze occidentali di voler sviluppare armi nucleari, un’accusa che Teheran ha sempre negato, sostenendo che il suo programma nucleare è destinato esclusivamente a scopi pacifici e civili.
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