Trump contro le star: accuse e polemiche post-elezioni

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Donald Trump torna a far parlare di sé con nuove e infuocate accuse rivolte ad alcune delle più grandi star del panorama musicale e mediatico americano.
In una serie di post pubblicati su Truth Social all’alba del 19 maggio, l’ex presidente ha sostenuto che Beyoncé, Bruce Springsteen, Oprah Winfrey e Bono degli U2 avrebbero preso parte a una “truffa elettorale illegale” orchestrata dalla campagna presidenziale di Kamala Harris durante le elezioni del 2024.
Secondo Trump, le star avrebbero ricevuto ingenti somme di denaro per partecipare a comizi elettorali o per esprimere pubblicamente il loro sostegno alla candidata democratica.
In particolare, ha rilanciato la voce – già smentita in passato – secondo cui Beyoncé avrebbe incassato ben 11 milioni di dollari per un’apparizione senza performance durante un comizio a Houston. “Non è forse un contributo illegale alla campagna?”, ha scritto Trump. “Questa è una truffa elettorale ai più alti livelli!”
Nel mirino anche Bruce Springsteen, accusato di aver accettato compensi “non dichiarati” per esibirsi in sostegno di Harris.
L’artista del New Jersey aveva recentemente criticato aspramente Trump durante un concerto, definendo la sua amministrazione “corrotta, incompetente e traditrice”. La risposta del presidente non si è fatta attendere: ha definito il cantante “stupido come una roccia” e un “idiota invadente”.
Tuttavia, le affermazioni di Trump non trovano riscontri nei documenti ufficiali.
Nessuna delle celebrità citate risulta aver ricevuto compensi per endorsement politici. La campagna di Harris ha ripetutamente negato ogni pagamento per prestazioni artistiche o sostegni pubblici, e i registri federali non indicano spese sospette in tal senso.
Anche la madre di Beyoncé, Tina Knowles, è intervenuta per smentire categoricamente le voci, affermando che la figlia ha sostenuto Harris gratuitamente, coprendo personalmente le spese di viaggio e preparazione.
L’unico pagamento documentato è quello di 165.000 dollari dalla campagna di Harris alla società di produzione di Beyoncé, Parkwood Entertainment, per la copertura dei costi dell’evento.
Secondo quanto riportato da The Hill, si tratterebbe di una spesa conforme alla legge federale: la normativa impone infatti che qualsiasi costo legato a eventi promozionali venga rimborsato e non considerato una donazione in natura.
Infine, va ricordato che Bono, cittadino irlandese, non ha mai partecipato ad alcun evento legato alla campagna statunitense, né ha espresso pubblicamente un sostegno a Kamala Harris.
Le dichiarazioni di Trump sembrano inserirsi in una più ampia strategia di delegittimazione degli avversari politici e delle personalità pubbliche che non lo sostengono.
Mentre il dibattito si infiamma, i fatti continuano a smentire le teorie del tycoon, che però non pare intenzionato a smettere di alimentare polemiche.