Ultimo conquista San Siro: emozioni, musica e sold out

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Ultimo riempie San Siro per l’ennesima volta, confermandosi uno degli artisti italiani più amati e seguiti della scena contemporanea. Il primo (5 luglio) dei due concerti nel leggendario stadio milanese è stato un evento potente, coinvolgente, curato nei minimi dettagli ma allo stesso tempo intimo.
Niccolò Moriconi, questo il suo vero nome, ha dimostrato ancora una volta che il suo rapporto con il pubblico non è solo numerico, ma umano e profondo.
Alle 21.05 in punto si accendono le luci sul palco. Ultimo è puntualissimo, perché sa bene che i suoi fan lo sono ancora di più: centinaia di persone si erano accampate fuori da San Siro già dal giorno prima, in attesa di un evento atteso per mesi.
E l’attesa è stata pienamente ripagata. Lo show parte con Dove il mare finisce, seguita da Colpa delle favole e Quei ragazzi, mentre sullo schermo campeggia la scritta NOI SIAMO ULTIMO, a sottolineare il senso di appartenenza che lega artista e pubblico.
La produzione è semplice ma d’impatto: sul LED centrale appare il simbolo dell’infinito, sul palco una grande chiave stilizzata.
Il significato è chiaro: la forza di Ultimo sta nel messaggio universale delle sue canzoni, capaci di parlare a intere generazioni.
Il pubblico canta tutto, dall’inizio alla fine, senza mai fermarsi. Buongiorno vita e L’unica forza che ho fanno vibrare lo stadio, ma è con Amati sempre – solo piano, voce e violino – che arriva il primo vero momento di pelle d’oca.
Ultimo parla poco ma lo fa nel modo giusto: “Questo sarà un concerto fatto di canzoni”, dice guardando il pubblico negli occhi.
San Siro ascolta, canta, partecipa. Ipocondria, Rondini al guinzaglio e Giusy sono tra i brani più intensi, ma è il medley – con pezzi come Tutto diventa normale, I tuoi particolari e Occhi lucidi – a mostrare quanto il repertorio dell’artista sia ormai consolidato e riconoscibile ovunque.
Il concerto diventa personale quando Ultimo racconta dell’arrivo del figlio Enea, cinque anni dopo aver scritto Il bambino che contava le stelle.
Poco dopo suona La parte migliore di me, brano uscito poco prima della nascita. La dimensione privata si intreccia perfettamente con quella pubblica, in uno dei momenti più sinceri della serata.
Tra i momenti più travolgenti, l’incredibile coro collettivo su Ti va di stare bene, con tutto lo stadio trasformato in un gigantesco karaoke.
E ancora Piccola stella, Bella davvero, Ti dedico il silenzio e Il ballo delle incertezze, fino a Vieni nel mio cuore, durante la quale Ultimo ferma la musica per far urlare San Siro. L’effetto è straordinario: un’onda sonora che travolge il palco.
La chiusura è da brividi: Altrove, 22 settembre – durante cui l’artista scende nel parterre tra la gente – e l’immancabile Sogni appesi, cantata a squarciagola da decine di migliaia di voci.
Nessun ospite, nessuna distrazione, solo la musica e chi la ascolta.
Il tour prosegue con un secondo appuntamento a Milano (lunedì 7 luglio), tre date a Roma – dove ha stabilito un nuovo record di presenze –, e i concerti a Messina e Bari.
In programma anche l’attesissimo “Raduno degli Ultimi” a Roma nel 2026, che si preannuncia già come un evento epocale.
Ultimo non è solo un cantante, è un punto di riferimento emotivo per chi cerca nella musica una forma di riconoscimento. Il suo successo si misura nei numeri, certo, ma soprattutto nell’intensità con cui ogni persona, sotto quel palco, si sente parte di qualcosa di autentico.