Vespa attacca Sinner: “Non è italiano, parla tedesco e risiede a Montecarlo”, i motivi dell’astio del giornalista nei confronti del campione, intanto il Codacons chiede il ritiro delle onorificenze, siamo un Paese incapace di apprezzare le proprie eccellenze?
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Bruno Vespa ha attaccato sui social Jannik Sinner e lo ha fatto nel modo più becero, pieno di luoghi comuni, tirando fuori provenienza geografica, accento e residenza per poi arrivare alla rinuncia a disputare le final eight di Coppa Davis e finire con il paragone con Alcaraz, di cui il giornalista ha sbagliato anche il cognome ribattezzandolo “Alvarez”. A nostro avviso una caduta di stile oltre a una mancanza di rispetto non solo per Sinner, ma per tutte quelle comunità frontaliere costrette da sempre a rivendicare la propria italianità a causa dei loro cognomi di ceppo tedesco, francese o sloveno.
Una uscita grave, soprattutto perché arriva da un giornalista che ha legato a doppio giro il suo cognome alla Rai, azienda in cui milita dal 1968 prima da dipendente e poi, una volta andato in pensione, da collaboratore esterno, una azienda che dovrebbe garantire pluralità e inclusione, ma che negli ultimi tre anni trova difficoltà a garantire il suo ruolo di televisione pubblica, multiculturale e pluralista.
I post di Bruno Vespa contro Sinner
Non ci sono prove d’appello, Vespa ha pubblicato il primo post alle 8.19, sbagliando il cognome del numero #1 spagnolo: “Perché un italiano dovrebbe tifare per Sinner? Parla tedesco (giusto, è la sua lingua madre), risiede a Montecarlo, si rifiuta di giocare per la nazionale. Onore ad Alvarez che gioca la coppa Davis con la sua Spagna”.
A fronte delle critiche e gli sfottò ricevuti e redarguito dagli utenti per aver sbagliato il cognome di Alcaraz, Bruno Vespa non solo non si è scusato, tantomeno ha fatto un passo indietro, ma si è limitato solo alla correzione anagrafica lasciando invariato tutto il resto: “Perché un italiano dovrebbe tifare Sinner? Parla tedesco (giusto ,e’ la sua lingua), risiede a Montecarlo, non gioca per la nazionale in Coppa Davis per prendersi una settimana di vacanza in più. Onore ad Alcaraz che scende in campo per la sua Spagna”.
Parlare di “vacanza” equivale a produrre odio verso un atleta che ha portato il tennis italiano a traguardi mai raggiunti prima, ma soprattutto è una menzogna in quanto Sinner ha chiaramente parlato della rinuncia come una “scelta dolorosa”, ma che gli permetterà di usufruire di “una settimana in più per prepararsi per l’impegno con il primo Slam del 2026 in Australia”.

I probabili motivi dell’astio di Bruno Vespa nei confronti di Sinner
I motivi dell’astio di Bruno Vespa nei confronti del campione italiano potrebbero risiedere nella non partecipazione di Sinner né a Porta a Porta né a Cinque Minuti, non si registrano partecipazioni del campione altoatesino né dopo le vittorie in Coppa Davis, né dopo le vittorie in quattro tornei dello Slam tantomeno dopo il raggiungimento del primo posto nel ranking mondiale, traguardo mai raggiunto da un tennista italiano.
Una vendetta quindi? Se così fosse sarebbe imbarazzante un atteggiamento del genere da parte di un navigato professionista, tra l’altro in questi giorni in promozione con il suo libro, un attacco di cui si parlerà a lungo e che potrebbe trasformarsi in un clamoroso autogoal.
La petizione del Codacons: “Via tutte le onorificenze a Sinner”
A condire il tutto ci si è messo anche il Codacons con una opinabile petizione in cui si richiede il ritiro di tutte le onorificenze assegnate al campione dalle Istituzioni italiane: “La scelta di Sinner di rinunciare a giocare la coppa Davis rappresenta uno schiaffo all’Italia, agli italiani e a milioni di tifosi appassionati di tennis – spiega l’associazione – E’ nel diritto di ogni sportivo decidere sulla propria carriera e anteporre altri interessi, anche economici, a quelli del Paese che rappresentano, ma una simile scelta deve essere portata avanti con coerenza”
“Non si può essere rappresentanti dell’Italia nel mondo quando c’è da ritirare riconoscimenti ufficiali, per poi fare scelte sportive che vanno nella direzione diametralmente opposta. Per tale motivo, e dopo la decisione di Sinner di non partecipare alla coppa Davis, chiediamo siano ritirate tutte le onorificenze e annullati i riconoscimenti istituzionali assegnati al tennista, dalla nomina ad “Ambasciatore della Diplomazia dello Sport” della Farnesina al Collare d’Oro al merito sportivo del Coni, fino alla cittadinanza onoraria del Comune di Torino”
Infine il Codacons infligge una stoccata che sposta ulteriormente il focus dai meriti sportivi agli spot pubblicitari il tutto ad incentivare la narrazione sbagliata nei confronti del tennista italiano descrivendolo tra le righe più attento ai guadagni che a rappresentare il suo Paese: “Se Sinner dedicasse meno tempo a girare spot pubblicitari per qualsiasi prodotto, forse avrebbe modo di rappresentare meglio il proprio Paese sia nello sport sia fuori dallo sport”
Un Paese incapace di tutelare le proprie eccellenze
Le divisioni su Sinner, le critiche, addirittura l’ironia sulla sua “non italianità” sono lo specchio di un Paese che non riesce a tutelare e ad apprezzare le proprie eccellenze e non solo nel tennis. Sembra che gli italiani siano incapaci di accettare i successi altrui, che subentri una sorta di invidia sociale in cui si tenda a sminuire i meriti e a trovare anche la scusa più futile per attaccare. Altrove si esaltano i propri campioni, in Italia no, è un dato di fatto e purtroppo l’ondata di critiche sulle scelte di Sinner ne sono la triste dimostrazione.
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