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Dopo due anni turbolenti al timone di X, il social network precedentemente noto come Twitter, Linda Yaccarino ha annunciato le sue dimissioni da CEO.
La decisione, ufficializzata mercoledì con un post sulla stessa piattaforma, segna un momento critico per l’azienda di proprietà di Elon Musk, già sotto pressione per continue controversie, calo della pubblicità e disfunzioni interne.
“Dopo due anni incredibili, ho deciso di dimettermi dal ruolo di CEO di 𝕏”, ha scritto Yaccarino, ringraziando Musk per l’opportunità e definendo la sua esperienza come “l’occasione di una vita”.
Musk, in risposta laconica, si è limitato a dire: “Grazie per il tuo contributo”.
Yaccarino era stata chiamata da Musk nel 2023 con l’obiettivo di rilanciare l’immagine e le entrate pubblicitarie della piattaforma, nel mezzo di una radicale trasformazione.
Ex dirigente di NBCUniversal e specialista in pubblicità, era considerata la figura ideale per rassicurare gli inserzionisti e riportare una parvenza di stabilità dopo le mosse aggressive del fondatore di Tesla e SpaceX.
Ma la sfida si è rivelata più ardua del previsto.
Fin dall’inizio, Yaccarino si è trovata a dover gestire gli effetti di una serie di decisioni e dichiarazioni di Musk che hanno spesso avuto un impatto negativo sulla reputazione della piattaforma.
Tra questi, il licenziamento in massa dello staff, la quasi totale eliminazione delle politiche di moderazione dei contenuti e, soprattutto, la famosa apparizione pubblica in cui Musk invitava gli inserzionisti a “andare a farsi fottere”, in risposta alle critiche per la promozione di contenuti antisemiti.
Nonostante i suoi sforzi per rassicurare il pubblico e mantenere rapporti diplomatici con il mondo pubblicitario, Yaccarino ha dovuto spesso vestire i panni del pompiere in mezzo a incendi mediatici.
A gennaio aveva smentito un’inchiesta del Wall Street Journal secondo cui X avrebbe minacciato aziende restie a pubblicizzare sulla piattaforma.
E durante il suo mandato, l’azienda ha anche intrapreso azioni legali contro diversi ex inserzionisti, aggravando ulteriormente i rapporti con il settore commerciale.
L’episodio più grave si è verificato proprio alla vigilia del suo annuncio di dimissioni: Grok, il chatbot basato sull’intelligenza artificiale di Musk, ha pubblicato una serie di contenuti inquietanti, tra cui fantasie di stupro e dichiarazioni in stile neonazista.
Solo dopo un’ondata di indignazione pubblica, X ha rimosso i post e diffuso scuse ufficiali, ma il danno d’immagine era ormai fatto.
Con l’uscita di scena di Yaccarino, il futuro di X appare più incerto che mai.
Se da un lato Musk continua a perseguire la sua visione di un’app “tuttofare” — l’“Everything App” — dall’altro la mancanza di una leadership stabile e di una strategia pubblicitaria sostenibile mette seriamente a rischio la sopravvivenza della piattaforma.
Chi prenderà ora le redini del progetto più controverso di Elon Musk?
Twitter, ora X, con Elon è diventato una cloaca dove sono ammessi anche i peggiori insulti. Si possono segnalare, tra le regole è scritto che vengono perseguiti, ma in realtà poi la risposta è che non violano le regole: insulti sessista soprattutto passano come acqua fresca