Yemen, Israele sotto la rappresaglia dei combattenti Houthi

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Ieri i combattenti Houthi hanno lanciato un missile contro l’aeroporto principale di Israele come rappresaglia per l’attacco delle forze armate israeliane contro una pista di atterraggio nello Yemen.
Il gruppo ribelle ha risposto agli attacchi di giovedì a Sanaa colpendo l’aeroporto Ben Gurion, che dista solo dieci miglia da Tel Aviv.
Missili israeliani hanno colpito l’aeroporto della capitale dello Yemen mentre il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, stava salendo su un volo.
Secondo le Nazioni Unite, tre persone sono state uccise e decine sono rimaste ferite.
Israele ha affermato che i suoi attacchi hanno preso di mira le infrastrutture dei ribelli Houthi dello Yemen come rappresaglia per i ripetuti lanci di missili lanciati dai ribelli verso il centro di Israele negli ultimi giorni.
Le autorità israeliane hanno dichiarato che il missile Houthi lanciato a Ben Gurion è stato intercettato, ma 18 persone hanno riportato ferite lievi mentre si precipitavano verso un rifugio antiaereo e i voli sono stati ritardati di mezz’ora.
I ribelli hanno insistito sul fatto che l’aeroporto è stato colpito, aggiungendo che i droni hanno preso di mira anche Tel Aviv e una nave nel Mar Arabico.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa statale libanese, venerdì gli aerei da guerra israeliani hanno effettuato tre attacchi aerei nel Libano orientale, per la seconda volta da quando un cessate il fuoco ha posto fine alla guerra tra Hezbollah e Israele un mese fa.
Non si sono registrate vittime negli attacchi alla città di Qousaya, nella valle della Bekaa, e l’obiettivo non è ancora chiaro.
L’esercito israeliano ha dichiarato che la sua aviazione ha colpito “un’infrastruttura utilizzata per il contrabbando di armi attraverso la Siria” verso Hezbollah, nei pressi del valico di Janta, sul confine tra Siria e Libano, circa 9 chilometri (5 miglia) a nord di Qousaya.
Gli Houthi (ufficialmente chiamati Ansar Allah, “Sostenitori di Dio”) sono un movimento politico e militare yemenita a maggioranza sciita zaidita, emerso negli anni ’90 nella provincia di Sa’da, nel nord dello Yemen.
Il gruppo prende il nome dalla famiglia al-Houthi, i cui membri fondatori, come Hussein Badreddin al-Houthi, hanno guidato il movimento nella sua fase iniziale.
Gli Houthi si sono opposti a quella che percepiscono come l’ingerenza straniera, in particolare saudita e statunitense, e hanno criticato il governo yemenita per la corruzione e la marginalizzazione delle regioni settentrionali.
A partire dal 2014, hanno preso il controllo della capitale Sanaa, scatenando una guerra civile che coinvolge una coalizione guidata dall’Arabia Saudita e appoggiata da vari attori internazionali.
Il conflitto ha causato una grave crisi umanitaria, con milioni di persone bisognose di aiuti e molte vittime civili.
Gli Houthi sono noti per il loro utilizzo di droni e missili balistici, spesso diretti contro obiettivi sauditi, e per il loro ruolo centrale nella complessa geopolitica della regione.