52mo suicidio in carcere nel 2024, ma a tenere banco sono Forti e la Lucarelli

“Non so cosa avesse fatto, non so nemmeno perchè stesse in carcere, se fosse stato già condannato o se fosse in attesa di giudizio , il 52mo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno è di un ragazzo di 19 anni. Una vita davanti per riabilitarsi, per cambiare, interrotta da un lenzuolo intorno al collo” abbiamo voluto cominciare con questa riflessione di un utente sui social la nostra disamina sulla situazione carceraria italiana, sottolineando quanto purtroppo a subire la reclusione sia soltanto chi non possa difendersi, o meglio, non abbia i soldi per farlo.
Strutture fatiscenti, sporche, con vetusti servizi alla turca e celle che contengono il doppio dei detenuti per le quali sono state realizzate, in tutto ciò, completamente assenti, il rispetto per la dignità dei reclusi e soprattutto i progetti di recupero per i condannati. Non stiamo qui a parlare di mafiosi o omicidi, ma di coloro che sono in carcere per i più svariati reati e che nel loro futuro vedono solo l’ostracismo che subiranno una volta usciti, perchè se per un adulto è difficile immettersi nel mondo del lavoro, per un ex detenuto è praticamente impossibile.
Come si integrerà una volta fuori un ex detenuto? A questa domanda neanche gli addetti ai lavori probabilmente saprebbero rispondere, forse la soluzione del quesito la offre Cesare Beccaria nel suo “De delitti e delle pene” un breve saggio scritto nel 1764 in cui l’illuminista italiano afferma che vi sia un rapporto tra la qualità della vita, la giustizia sociale e i delitti; questa tesi Beccaria la esplicita attraverso il pensiero ipotetico del ladro: questi è spinto a rubare e a compiere reati a causa della necessità e della sopravvivenza. Pertanto purtroppo, il non reinserimento porta di nuovo a delinquere.
Sono anni che si parla di riforma della giustizia, di decreti svuota carceri, ma purtroppo il tutto si arena dopo il periodo elettorale, insabbiato dal populismo forcaiolo e dai tribunali del popolo. Purtroppo la legge non è uguale per tutti, ci sono detenuti che riescono a fare la doccia una volta alla settimana e detenuti che vivono in carcere come delle star, con i fornelletti nelle celle, cibo e porte aperte. Tra i detenuti considerati “eccellenti”, Chico Forti, ritenuto colpevole e condannato all’ergastolo negli Stati Uniti ed estradato in Italia affinchè potesse scontare la pena in Italia, dopo averne passati 24 recluso negli States.
Un caso che è stato strumentalizzato in chiave politica e che ha spaccato l’opinione pubblica in innocentisti e colpevolisti non si sa su quali basi, dato che della vicenda di Forti si sa poco e niente. Notizia di questi giorni è che Forti dopo aver rilasciato dichiarazioni ed aver ricevuto la visita ossequiosa di Bruno Vespa, avrebbe chiesto a un recluso ‘ndranghetista di far mettere a tacere (non si sa in che termini), coloro che hanno scritto sui giornali contro di lui, in particolare, Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli. Il tutto in cambio di favori una volta che Forti avrà un seggio nel centrodestra.
Notizia smentita dal diretto interessato, difeso da alcuni “autorevoli” esponenti della maggioranza di Governo. E così in barba a una sommossa dei detenuti nel carcere di Sollicciano, che hanno dovuto dare alle fiamme le coperte per mobilitare l’attenzione sulle condizioni detentive inumane, di carceri si è parlato unicamente per la “star” Forti e i suoi presunti metodi spiccioli per levarsi di torno chi potrebbe essere d’ostacolo alla sua scalata. Intanto nel 2024 i suicidi in carcere sono stati 52 e i morti non erano star, nella maggioranza dei casi si trattava di detenuti in attesa di giudizio… attesa di una sentenza che potrebbe arrivare dopo anni, ma l’opinione pubblica e i politici preferiscono litigare per Forti lui potrebbe tornare utile per portare voti alla causa.
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