Alice Cooper, la ribellione rock di “School’s out”

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“La scuola è finita per l’estate. La scuola è finita per sempre.” Con queste parole, urlate sopra riff incendiari, Alice Cooper sigillava, il 26 aprile 1972, uno dei più grandi inni di ribellione giovanile: School’s Out.
L’idea del brano, come raccontato dallo stesso Alice Cooper (all’epoca ancora il nome della band, non solo del cantante Vincent Furnier) , nacque da una domanda semplice: “Quali sono i due momenti più felici della vita? Natale e l’ultimo giorno di scuola.”
Fu su questo sentimento universale che costruì una canzone destinata a diventare un monumento del rock.
Il singolo esplose subito: #7 nella Billboard Hot 100 americana, #1 nel Regno Unito.
In un’epoca in cui la ribellione contro l’autorità scolastica era un tabù, Cooper trasformò la frustrazione adolescenziale in arte pura, mescolando hard rock e glam con una teatralità mai vista prima.
“Volevamo scrivere qualcosa che suonasse come un’esplosione” – dichiarò Cooper in un’intervista – “e ci siamo riusciti.”
Le esibizioni dal vivo di School’s Out diventarono leggendarie.
Alice Cooper portava sul palco una vera e propria guerra scolastica: banchi distrutti, lavagne in fiamme, coriandoli lanciati sul pubblico. In alcuni show, si esibiva addirittura in una finta decapitazione con una ghigliottina, tra l’entusiasmo e l’orrore degli spettatori.
Una performance del 1972 alla BBC immortalò l’essenza della canzone: la band, vestita da scolari glam decadenti, inscenava la distruzione totale dell’ambiente scolastico, anticipando quello che sarebbe diventato il linguaggio visivo di intere generazioni di rocker.
Negli anni successivi, School’s Out è diventata non solo un must dei concerti di Alice Cooper, ma anche una pietra miliare culturale.
In tempi più recenti, Cooper ha saputo rinnovare il pezzo fondendolo in mashup spettacolari con Another Brick in the Wall (Part II) dei Pink Floyd, unendo due manifesti di resistenza all’autorità.
Ancora oggi, dopo oltre cinquant’anni, School’s Out rimane un rito di passaggio: risuona dalle casse delle scuole, accompagna i diplomi, incendia i festival estivi. È la colonna sonora di chi, almeno una volta nella vita, ha sognato di mandare all’aria compiti, interrogazioni e regole.
Come disse Alice Cooper: “Questa canzone non è contro la scuola, è a favore delle vacanze.”
E in fondo, chi non vorrebbe che la scuola fosse “blown to pieces” almeno una volta?