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Il primo lunedì di maggio ha visto tornare in scena uno degli eventi più attesi e prestigiosi del calendario della moda mondiale: il Met Gala.
Quest’anno, il gala di beneficenza del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art ha reso omaggio alla ricca tradizione sartoriale e culturale della diaspora nera con il tema “Superfine: Tailoring Black Style”, ispirato all’influente libro del 2009 di Monica L. Miller, Slaves to Fashion: Black Dandism and the Styling of Black Diasporic Identity.
Il dress code ufficiale, “Tailored for You”, ha incoraggiato interpretazioni personali e creative, sottolineando l’importanza dell’abbigliamento maschile come mezzo di espressione identitaria.
Un invito a esplorare l’arte della sartoria non solo come stile, ma come strumento di affermazione sociale e politica.
La mostra, che accompagna il tema della serata, si snoda tra abiti, accessori, opere d’arte e fotografie che documentano l’evoluzione dello stile nero dal XVIII secolo a oggi, con un focus particolare sul dandismo come pratica estetica sovversiva e liberatoria.
Alla guida dell’edizione 2025, un team di co-presidenti d’eccezione: Pharrell Williams, A$AP Rocky, Colman Domingo e il pilota di Formula 1 Lewis Hamilton, ognuno dei quali ha incarnato alla perfezione il tema con look su misura audaci e concettualmente sofisticati.
LeBron James, inizialmente previsto come presidente onorario, ha annunciato la sua assenza tramite X (ex Twitter) a causa di un infortunio al ginocchio subito a fine stagione NBA.
Tra i membri del comitato organizzatore si sono distinti nomi di spicco come Tyla, Doechii, André 3000, Usher e Janelle Monáe, che hanno portato sul tappeto rosso interpretazioni intense e personali dello stile nero, confermando il ruolo centrale della moda nella narrazione culturale e storica afro-diasporica.
Il Met Gala 2025 non è stato solo un tripudio di glamour, ma anche un potente momento di riflessione sull’identità, l’eleganza e il significato profondo del vestire.
Un evento che ha ribadito come la moda, soprattutto quando radicata nella storia e nella lotta, possa essere un atto di resistenza e di orgoglio.
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