Casi Basciano e Selassiè: le due facce della giustizia

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Nei casi Basciano e Selassiè a perdere sono le donne, ma soprattutto la giustizia italiana, quella stessa giustizia che quando vuole sa intervenire subito, ma nella maggior parte dei casi lascia correre, fa passare del tempo trincerandosi dietro l’irreperibilità del soggetto oggetto di provvedimento restrittivo. Ultimo caso il femminicidio a Foggia, Hayat Faimi è stata uccisa da un ex che aveva denunciato e che avrebbe dovuto indossare il braccialetto elettronico, si era reso irreperibile, “così irreperibile” scrive Selvaggia Lucarelli sui suoi canali social, “che dopo aver compito il femminicidio è stato trovato in 12 ore”, tutto frustrante e umiliante come vedere Alessandro Basciano e Elisa De Panicis ridere beffardi ironizzando sul “galeotto più bello di Ibiza”.
Un “bel galeotto” per usare il termine usato dai due succitati, che fra poco avrà poco da ridere, quando Ibiza si svuoterà dai turisti e lui non potrà mettersi alla consolle tantomeno tornare in Italia dai suoi figli che dice di amare tanto, talmente tanto da rinunciare a vederli seppur in ambiente protetto, procedura che si adotta nei casi di provvedimenti restrittivi. Ma andiamo con ordine, perché se nel caso di Alessandro Basciano, la giustizia italiana ha dato a quest’ultimo tutto il tempo di organizzarsi, a Lulù Selassiè non ha concesso neanche il tempo di comprendere quanto le stesse accadendo e in tre settimane è passata dalle parole ai fatti.
Lulù Selassié donna non bianca in un’ Italia patriarcale
Lulù Selassié donna in un Paese in cui ancora per deformazione culturale vige il patriarcato, è stata sanzionata senza prove soprattutto in quanto donna e lasciatecelo dire anche in quanto donna non bianca. La giustizia garantista che si lascia perculare da un “bel galeotto”, nel caso di Lulù Selassiè è stata forcaiola, muovendosi su accuse verbali, su testimonianze non argomentate da prove a supporto.
Un provvedimento restrittivo non levato neanche quando Lulù è andata a vivere a Milano, un calvario lungo dieci mesi a cui è seguita una gogna mediatica non indifferente, in quanto chi la accusava ha puntato sul pietismo dei media e dell’opinione pubblica complici di una narrazione a senso unico intorno alla vicenda.
Eppure sarebbe stato facilissimo poter andare in fondo alla vicenda, ci sono audio, messaggi nonché le contraddizioni in cui è caduto chi la ha accusata di stalking, senza pensare che forse il vero stalking è obbligare una donna a non poter vivere alla luce del sole una relazione e a farla passare per pazza. Stalking è dire come vestirsi e come apparire sui social, stalking è sgridarla per essersi messa il profumo e aver intriso l’auto di un’essenza che potrebbe insospettire qualcuno, stalking è deridere nei locali colei con la quale hai amoreggiato un’ora prima.
Senza voler entrare nei particolari è evidente la disparità di trattamento rispetto a quello del “bel galeotto”. Come mai tutta questa solerzia nei confronti dell’una e tanta tolleranza nei confronti dell’altro? Purtroppo la risposta risiede soprattutto in un problema culturale, in cui l’uomo ha sempre ragione. Le donne, madri, mogli, figlie che in questi giorni stanno difendendo Basciano sono schiave di un problema culturale nel quale sono immerse fino al collo e nel quale sono contente di stare. Auguriamo loro di non subire da un uomo quanto subito da Sophie Codegoni, nello stesso tempo auguriamo a un uomo di non essere apprezzato da una donna soltanto per essere un “bel galeotto” o per essere l’unica a “potergli mettere le manette”.
Alessandro Basciano, la sconfitta della giustizia
Alessandro Basciano adesso se la ride (ancora per poco) in Spagna, ma la colpa non è sua, ma di chi gli ha permesso di trovare scappatoie a un provvedimento giudiziario. Da aprile, il dispositivo di sicurezza si è reso disponibile solo ad agosto, il deejay ha avuto tempo di cambiare residenza nonostante la Cassazione si fosse espressa nei suoi confronti, di organizzare serate ed eleggere il proprio quartier generale alle Canarie.
Dove era la giustizia mentre tutto ciò accadeva? Dove era quando in ogni dove si diceva che nonostante un provvedimento del Tribunale il deejay non indossava ancora il braccialetto? La risatina di Basciano è una sconfitta prima di tutto per la giustizia italiana e poi di un uomo incapace di pagare per le sue responsabilità.
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Giuseppe Scuccimarri sempre una conferma!!!
Apprezzo e leggo con piacere i tuoi scritti…mi piace come racconti i fatti e hai praticamente sempre ragione 👏👏👏
Adoro le Selassie ma essere obbiettiva sui fatti e d’obbligo anche per noi fans .
Detto questo ,👏👏👏 bravooooo