Caso Bova, Ryanair si scusa, ma i legali dell’attore vanno avanti con le querele

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Raoul Bova e i suoi legali non intendono fare passi indietro nei confronti di Ryanair, Napoli Calcio e tutti quei brand che hanno fatto ironia o hanno usato i loro canali social per prendere in giro l’attore all’indomani della diffusione dell’audio con le sue conversazioni private con Martina Ceretti. Una leggerezza commessa dai social media manager delle aziende in questione per far divertire i propri follower senza pensare alle conseguenze, che adesso costerà loro molto cara.
Gabriele Parpiglia in un articolo a sua firma su Affari Italiani, ha rivelato che Ryanair resasi conto dei movimenti del Garante per la Privacy e del corposo fascicolo aperto per esaminare i comportamenti scorretti nella vicenda Bova, ha inviato una propria lettera di “scuse” ai legali dell’attore, per cercare di evitare eventuali pesanti sanzioni nei loro confronti. Di fatto si tratta di una implicita ammissione di colpa, la compagnia aerea ha provveduto a cancellare dai propri profili il “Buongiorno” con il quale si riprendeva in tono canzonatorio, un passaggio della conversazione di Bova, che per diffusione aveva superato i due milioni di contatti.
I legali di Raoul Bova non intendono recedere dalle querele
I legali di Bova non intendono però sentire ragioni, reputando enorme il danno morale arrecato dai brand al loro assistito e andranno avanti con le cause sia civili che penali contro tutte quelle società e persone fisiche che hanno cavalcato la situazione pensando di trarne profitto o semplicemente per qualche like in più. Tra le lettere partite come detto anche una diffida nei confronti di Alba Parietti, che si è resa protagonista sui social di un lungo sermone in cui invitava Bova a chiedere scusa a Rocio e esprimeva la sua contrarietà per la scelta di Bova di farsi difendere dalla suocera, Annamaria Bernardini de Pace.
Coloro che si sono resi protagonisti negativi di uscite a vanvera sul web, non hanno considerato la violenza e la lesione della privacy che hanno procurato a Raoul Bova e alla sua famiglia, scambiando superficialmente per un gioco o elemento su cui ironizzare la pubblicazione e riproduzione di materiale privato. Ciò che riguarda la sfera personale e privata lo è sempre, anche se i contenuti che sono stati rubati sono stati replicati innumerevoli volte. Tutti coloro che hanno riprodotto parole o audio dell’attore sui social, sono a rischio querela.
Coinvolti anche giornalisti e mezzi di informazione
Nella rete della violazione della privacy dell’attore sono caduti anche coloro che si occupano di informazione e che ben conoscono ( o dovrebbero conoscere) le regole del Codice Etico che caratterizzano la professione, rispetto che essendo venuto a mancare esporrà chi ha sbagliato alla richiesta dei danni da parte dell’attore. Insomma cone dice lo stesso Parpiglia, una vicenda che per molti avrà un finale amarissimo e siamo solo all’inizio.
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