Alessandro Basciano si è presentato in commissariato: ora indossa il braccialetto elettronico

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Alla fine in Alessandro Basciano ha prevalso il buon senso e questa mattina giovedì 14 agosto si è presentato presso il Commissariato di Milano per indossare il dispositivo elettronico quale provvedimento restrittivo a fronte della denuncia di stalking presentata da Sophie Codegoni, ex compagna con la quale ha avuto una bambina che adesso ha poco più di due anni.
Si conclude così solo la prima parte di una vicenda complicata, Basciano sottoposto a provvedimento restrittivo dovrà mantenere una distanza di almeno 500 metri dalla sua ex compagna, tutto ciò mentre sono ancora in corso le indagini che lo vedono accusato di stalking e per cui la Procura dovrà disporre il rinvio a giudizio o l’archiviazione. Il cammino per arrivare all’applicazione del dispositivo è stato lungo e tortuoso, Alessandro Basciano avrebbe dovuto indossarlo dallo scorso maggio, ma non ve ne erano disponibili.
La lunga trafila per il braccialetto elettronico
Forse anche a causa del clamore mediatico suscitato dalla vicenda, il Tribunale di Milano aveva fissato per il 6 agosto scorso la data per l’applicazione del braccialetto elettronico, ma il dj ha disatteso l’appuntamento adducendo motivi di lavoro e sottolineando di non essere più residente in Italia. A fronte di un secondo appuntamento si era sparsa la voce che i dispositivi non fossero disponibili, suscitando ulteriore clamore, ma la società telefonica che si occupa del corretto funzionamento dei medesimi ne ha assicurato la disponibilità.
A quel punto per Basciano le alternative sono diventate due, o presentarsi all’appuntamento oppure disertare correndo il rischio di un provvedimento ancora più severo nei suoi confronti. Il dj consigliato dai suoi legali e non tenendo conto delle fan che gli scrivevano in privato di “non mollare”(ad ognuno le proprie considerazioni), ha scelto la strada dell’obbedienza alle decisioni dei giudici e si è sottoposto alla sanzione. A Basciano è stato spiegato che il braccialetto funziona anche all’estero e che è in grado di rilevare tentativi di manomissione.
Dispositivi in ritardo e femminicidi in aumento, quante donne in Italia non sono tutelate?
Il dubbio che il caso abbia avuto una accelerata perché si tratta di un personaggio conosciuto rimane. Di situazioni simili a quella di Alessandro Basciano in Italia ce ne sono tante e purtroppo sono diverse quelle che diventano fatti di cronaca, non ultimo il femminicidio di una donna di 54 anni il 13 agosto a La Spezia. In quest’ultimo caso il braccialetto non ha funzionato, purtroppo il dispositivo è un deterrente, ma non tutela a pieno i denuncianti dai loro persecutori. Le procedure sono lente e piene di scappatoie, solo in un caso, Lulù Selassiè, si è stati solerti e veloci, a dimostrazione che quando lo Stato vuole è solerte e agisce senza neanche avere prove certe.
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