Ultras Inter, Beretta cita Marotta: “Mi ha coperto lui”

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L’Ultras dell’Inter Beretta cita il Presidente dell’Inter Marotta e dichiara di essere stato coperto da lui per non essere denunciato. Il capo ultras, diventato collaboratore di giustizia, sta raccontando come controllava gli “affari illeciti della curva Nord dell’Inter”.
La pentola è stata scoperchiata lo scorso 30 settembre con l’arresto di 19 capi ultrà delle due squadre milanesi. Una inchiesta da cui si è evinta chiaramente la sudditanza psicologica dei club nei confronti dei capi delle tifoserie.
Andrea Beretta collaboratore di giustizia, gli ultras controllavano tutto
Andrea Beretta in queste ore sta raccontando tutto, su come la curva controllava tutto l’indotto delle partite, il bagarinaggio dei biglietti, ottenuti sottobanco dalla società, il pizzo sui parcheggi e sul merchandising. In mezzo a tutto ciò il racconto dei rapporti con Vittorio Boiocchi, altro leader storico della curva.
L’ultras ha fatto mettere anche a verbale che l’amministratore delegato e presidente dei nerazzurri, Beppe Marotta, lo ha salvato da una denuncia. Beretta sta aiutando i magistrati, Sara Ombra e Paolo Storari a fare chiarezza sull’omicidio da lui commesso in cui è rimasto ucciso Antonio Bellocco, discendente di una conosciuta famiglia della ‘ndrangheta
Il Corriere della Sera e la trascrizione dei primi tre interrogatori
Nelle scorse ore il Corriere della Sera ha pubblicato le trascrizioni dei primi tre interrogatori. In gran parte delle dichiarazioni ci sono degli “omissis”, ma nelle parti pubbliche a disposizione di chi ha le caratteristica per entrarne in possesso, ci sono rivelazioni pesantissime, tra cui appunto il caso di Marotta di cui abbiamo parlato in apertura.
“Marotta mi ha salvato una volta”
Di seguito il racconto di Beretta su come Marotta gli avrebbe evitato una denuncia:
Beretta fatica a reperire biglietti per Juventus-Inter. Il capo ultras è molto nervoso, soprattutto dopo essere venuto a sapere che alla curva del Milan le cose sono andate decisamente meglio, grazie alla collaborazione dei dirigenti rossoneri delegati ai rapporti con la tifoseria.
A questo punto Beretta si rivolge all’omologo dell’Inter, Massimiliano Silva.
“Ricevo una chiamata – ha dichiarato Beretta – e questo qui comincia a insultarmi (‘non me ne fotte un c… di voi, io non passo guai per voi’), nasce una discussione al telefono, io resisto 10 secondi e poi vado giù, ‘mi hai rotto i co…, vieni qua che ti ammazzo di botte’, solite cose”.
Nel proseguo del racconto, Beretta ammette che la discussione, è “degenerata:
“Lui mi chiude il telefono in faccia e va subito alla Digos a dirgli che io lo avevo minacciato al telefono, e la Digos gli dice ‘Ok, noi prendiamo la tua denuncia, però deve essere fatta in carta intestata dalla società’.
Allora lui va in società, si mette a scrivere, passa Claudio Sala (dirigente Inter ndr) e gli dice ‘Ma cosa stai facendo? Ma lo sa il direttore (Marotta, ndr)? Avvisiamo prima che metti di mezzo la società’. E dopo è passato Marotta e fa (a Silva, ndr): ‘Guardi, se lei vuole fare la denuncia la fa a nome suo, non con la società’”.
Le domande dei pm
Nel sentire Beretta così informato sui fatti, la pm chiede:
“Questo lei come lo sa?”. Beretta risponde: “Me l’ha detto Claudio Sala. E quella volta lì (Marotta, ndr) mi ha salvato dal discorso della denuncia”.
La smentita di Marotta
Marotta ha smentito che i fatti siano andati in questo modo. Il dirigente è stato contattato dal Corriere, il quale sostiene che sia in “contraddizione con la politica di proteggere i propri collaboratori e invitarli a denunciare alla Digos i tentativi di condizionamento”.
Come gli ultras gestivano i loro affari
Beretta ha anche ricostruito come funzionava la gestione dei 160 abbonamenti dell’associazione We are Milano, comprati con i documenti di tifosi ma utilizzati – con una vendita “maggiorata” – da altre persone, di partita in partita.
Il pm sempre nei verbali forniti dal Corriere della Sera chiede a Beretta come mai allo stadio poteva entrare chiunque, fa notare il pm che poi chiede: “L’Inter non controlla?”. Domanda a cui Beretta risponde:
“Siamo sempre là, dottore, quando sei sul campo di battaglia… C’è un cancello adibito dove entrano quelli della curva”.
Sempre parlando degli affari fuori San Siro l’ex capo ultras dichiara:
“Li fanno passare, basta che hai pagato il biglietto. Ogni tanto facevano passare due in un cancello…”. Quindi il pm chiede: “La società sa che Paolo non va allo stadio ma (con la tessera di Paolo, ndr) ci va Andrea?”. Beretta: “Sì, se lo immagina, sa che lo facciamo per movimentare tutto il vario folklore, le coreografie…”.
La Pm allora ribattere: “Che significa che ‘se lo immagina’? Perché lei dice di sì?”. Poi ha aggiunto: “Perché uno poi passa al cancello”. Allora la Pm incalza:
“Ma può essere lo stewart che è uno sciocco… Come fa a dire che la società lo sa, e che sa dei ricarichi?”. Infine Beretta dice: “Lo sa il dirigente addetto ai tifosi, lo sa Claudio Sala che faceva parte della curva, sa come funzionano tutti i vari meccanismi”.
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