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Il cantautore genovese rifiuta la corsa al successo facile e rivendica il valore della gavetta: “Meglio i piccoli club che la fama a ogni costo”.
Alfa non ha mai nascosto la sua anima inquieta, curiosa e affamata di esperienze. In una recente intervista rilasciata a La Repubblica, il giovane cantautore genovese, al secolo Andrea De Filippi, racconta il suo percorso con lucidità e sincerità, mettendo a nudo tanto le sue ambizioni quanto le sue resistenze a un certo modo di vivere il successo.
“La parte che mi attira di più è quella internazionale: club piccoli, come ripartire da zero”, confessa. Una frase che spiega molto più di quanto sembri: Alfa non rincorre semplicemente la fama globale, ma cerca l’esperienza, il contatto vero, anche nella dimensione più umile e lontana dai riflettori.
È l’approccio di chi non ha paura di risalire la montagna, anche dopo averla già scalata una volta.
Durante il periodo del lockdown, Alfa si è fatto conoscere grazie al web, senza fare concerti, senza quel palcoscenico fisico che per molti artisti è linfa vitale. Eppure, non appena è stato possibile, ha voluto recuperare tutto il tempo perduto: “Mi sono esibito dovunque, comprese le gelaterie, per recuperare la gavetta. E la sto ancora facendo”.
C’è, in queste parole, un rispetto profondo per la strada, per le piccole tappe, per il percorso vissuto e non solo sognato.
Ma Alfa non si limita a parlare di sé.
Lancia anche un’accusa netta verso un certo modo di intendere il successo nella musica italiana: “C’è un sistema tossico di addetti ai lavori per cui o si suona negli stadi o si è dei falliti”. Una logica binaria e crudele, che non lascia spazio alla crescita, alla sperimentazione, all’errore. Un mondo dove tutto o è trionfo o è nulla.
Per Alfa, invece, la musica è un gioco serio, ma pur sempre un gioco: “San Siro è la fine, giusta, del gioco. Dico: fatemi giocare ancora”.
Una frase che è quasi una dichiarazione poetica, e insieme una critica velata a chi confonde l’apice con l’obiettivo. San Siro è un sogno per molti, ma per lui non è il traguardo immediato: è una tappa, forse lontana, forse giusta proprio perché guadagnata passo dopo passo.
Classe 2000, originario di Genova, Alfa ha raggiunto il grande pubblico con brani come Cin Cin, diventato virale nel 2019, e ha saputo coltivare un seguito fedele grazie a testi che mescolano leggerezza e introspezione.
Il suo stile, tra pop e rap melodico, lo ha reso uno dei nomi più riconoscibili della nuova generazione musicale italiana. Nonostante il successo sui social e in classifica, Alfa non si è mai sottratto al confronto diretto con il pubblico dal vivo, esibendosi instancabilmente in tutta Italia.
Nel panorama musicale sempre più dominato dall’hype e dalle pressioni dell’industria, Alfa si distingue per una visione personale e coraggiosa. Non cerca scorciatoie, non vuole tutto subito. Preferisce la strada lunga, quella fatta di piccoli palchi, di pubblico vero, di fatica e verità.
Perché, alla fine, Alfa vuole solo una cosa: continuare a giocare. E forse, è proprio questa la chiave del suo successo.