Dj Godzi, parla la supertestimone, il racconto di come sono andate davvero le cose

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Dj Godzi non è morto come hanno raccontato i suoi amici. Il giornalista Gabriele Parpiglia per Affari Italiani ha raccolto la testimonianza di una ragazza spagnola che era presente domenica sera quando il dj è deceduto, gli amici di Gozi hanno mentito. La ragazza ascoltata dal giornalista italiano ha raccontato che era presente e che la festa con tanto di schiamazzi c’è stata veramente: “I suoi amici hanno mentito. La festa c’era ed era pieno di droga. Lui ha inseguito una ragazza, poi con il coltello e si è ritrovato faccia a faccia con il papà di un’amica. La polizia lo ha immobilizzato e lui è crollato. Questa è la verità” una versione sconcertante a cui la giovane ha aggiunto ulteriori elementi che ricostruiscono fedelmente quanto accaduto.
La falsa versione dei fatti fornita dagli amici
Il racconto della giovane è reale e mette in ordine tanti tasselli compresa la verità distorta raccontata dagli amici della vittima, forse più interessati a salvare la propria reputazione anche davanti alla morte di un loro coetaneo. Su Affari Italiani Parpiglia racconta di avere ricevuto una telefonata la sera di domenica 20 luglio in cui un suo amico lo ha informato di un incidente avvenuto a Ibiza di cui era stato vittima un giovane dj napoletano, Michele Noschese, in arte Dj Godzi le cui dinamiche erano ancora poco chiare.
Nella telefonata l’interlocutore ha riferito che Michele non dormiva da quattro giorni, si è parlato quasi subito anche di droga dopodiché la telefonata ha assunto caratteri strani, è stato riferito del dj italiano sparito, che tutti cercavano e riapparso all’improvviso venerdì sera. Il suo coinquilino ha raccontato al quotidiano che durante i giorni della sparizione, quando riusciva a parlare telefonicamente con Michele, quest’ultimo non aveva mai rivelato dove fosse, ma avesse chiesto solo di come stessero i gatti.
Nella versione fornita dagli amici della vittima a Parpiglia non si parla mai di festa, ma di uno stato di stanchezza e agitazione che avrebbe infastidito i vicini tanto da indurli a chiamare la guardia civile. A un certo punto Michele si sarebbe messo a rincorrere tale Raffaele che spaventato avrebbe cominciato a correre. Michele sempre più furioso avrebbe saltato un muro minacciando chiunque gli capitasse a tiro, fino a quando un “vecchio” lo avrebbe affrontato in maniera decisa, solo l’intervento della guardia civile avrebbe rasserenato gli animi.
Questa versione dei fatti è stata completamente smentita dalla supertestimone, che ha negato anche che Noschese avrebbe disarmato un poliziotto che stava cercando di trattenerlo con la forza, ma soprattutto che il poliziotto lo avrebbe colpito con un pugno tale da fracassargli la testa e procurargli un arresto cardiaco. Tutto falso la ragazza spagnola presente mentre i fatti accadevano, ha raccontato ad Affari Italiani come sono andate realmente le cose.
Il racconto della supertestimone: ecco cosa è successo veramente domenica sera
La versione degli amici è crollata quando una ragazza spagnola alle 19,04 di martedì sera si è messa in contatto con Parpiglia e ha dichiarato: “Io c’ero, ho visto tutto”. A questo punto è iniziato il racconto della ragazza che ha fornito un quadro disarmante di quanto accaduto tanto da indurre il giornalista a scusarsi con la famiglia Noschese in quanto è consapevole che quanto leggeranno costituirà uno scossone che manderebbe a tappeto chiunque.
La ragazza ha affidato i suoi audio ad Affari Italiani non volendo esporsi con nome e cognome e soprattutto nella ferma volontà di voler tutelare la sua riservatezza. La ragazza ha esordito affermando che la guardia civile non ha sbagliato: “Alle otto del mattino i vicini hanno chiamato la guardia civile perché al contrario di quanto sostenuto dagli amici per difenderlo, la festa c’era e lui era da giorni che faceva festa… c’era caos totale. Intorno nessuno poteva dormire nelle case adiacenti, in zona Roccalisa. I vicini decidono da subito di chiamare la polizia ed è un paradosso, un film quello che è successo in pochissimi secondi”
La ragazza ha riferito che mentre i vicini aspettavano l’intervento della guardia civile, una ragazza in stato “visibilmente alterato” dagli stupefacenti, ha saltato il muretto della casa in cui si stava tenendo la festa tentando di fuggire. Successivamente si è saputo che nella casa la polizia ha rinvenuto “tante e diverse droghe” e che davanti all’evidenza anche gli amici hanno confermato che Michele era sotto effetto di droghe.
La ragazza nel suo racconto ha dichiarato di avere inseguito la ragazza che aveva visto fuggire dalla casa in cui si stava tenendo la festa, dietro di loro il dj che le inseguiva: “Lei scappa e anche io con lei. Si salta il muretto e si entra nella casa del padre di una mia amica sempre a Roccalisa Il papà della mia amica che è anziano sente rumore, esce e si trova davanti la scena: ragazze in fuga e dietro Michele in stato confusionale che vede il papà della mia amica, prende un coltello e glielo mette al collo.
“Nel frattempo è arrivata la polizia che è entrata grazie ai vicini. La situazione era drammatica e c’era chi filmava con il telefonino perché Michele era inavvicinabile. Quando la polizia ha provato a immobilizzarlo, lui spingeva e puntava il coltello al collo dell’anziano papà. La polizia ha seriamente pensato di fermare il tutto staccando Michele insomma immobilizzandolo in qualche modo e nella colluttazione, lui si è accasciato a terra e ha avuto un infarto. E’ morto!”
I tentativi di rianimazione
La supertestimone ha continuato il suo racconto dicendo che hanno provato a rianimare il dj ma era già morto: “Hanno provato a rianimarlo nel letto, ma nulla, nulla era morto. Tutti a Roccalisa hanno visto quella festa e quello che è successo, ci sono molti testimoni sullo stato in cui versava il dj. E anche gli amici in quella casa sapevano e sanno, ma non parlano! E in quella casa hanno trovato di tutto. Droghe e alcool. Il papà della mia amica ha problemi cardiovascolari quindi ha rischiato veramente anche lui di morire. E non ha voluto denunciare perché non volevano causare altro dolore alla famiglia. La festa andava avanti dalla notte. Ed erano le otto del mattino”
“Non so il nome della ragazza che fuggiva ma scappava dal dj, vista tutta la droga che c’era… forse lei e anche gli amici non erano così puliti. Poteva finire in un ulteriore tragedia con più vite spezzate, lo so è difficile accettare o leggere questo, ma così sono andate le cose e ognuno si prenda la sua responsabilità. C’è molto dolore ma non è giusto accusare la polizia. E’ stata una serata finita male”.
I dubbi sulle dichiarazioni del padre di Noschese
Alla luce di quanto raccontato dalla supertestimone emergono molti dubbi sulle dichiarazioni del padre di Noschese, un noto primario del Cardarelli di Napoli volato in Spagna dopo la notizia della morte del figlio. Il professionista in alcune dichiarazioni rilasciate a Il Corriere della Sera, ha parlato di un figlio dal volto sfigurato dalle botte e dalla necessità di volerlo cremare per non creare ulteriore dolore alla moglie che non avrebbe retto. Da genitore ha voluto tutelare il figlio addossando le colpe alla polizia? Non lo sappiamo.
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