Festival di Sanremo, tegola sulla Rai, dal 2026 affidamento tramite gara

#image_title
Nonostante da Viale Mazzini lascino intendere che il Festival di Sanremo resterà in mano alla Rai, il fatto stesso che l’azienda televisiva di Stato si sia affrettata a diramare un comunicato appena si è divulgata la notizia che il Festival dal 2026 sarà affidato tramite gara pubblica è sintomo che qualche dirigente sarà sobbalzato sulla sedia. La notizia è stata divulgata nel pomeriggio allorché una sentenza del Tar della Liguria ha giudicato inammissibile l’affidamento diretto alla Rai della kermesse canora più importante d’Italia.
In parole povere a partire dal festival 2026, la Rai, almeno da quanto si legge sulla sentenza, dovrà partecipare a gara pubblica per potersi assicurare la gestione della kermesse. Il Comune di Sanremo dovrà valutare quella a lui più conveniente che non è detto sia quella di Viale Mazzini, ergo, Amadeus potrebbe ritrovarsi con il NOVE sulla plancia di comando della nave sanremese. Ovviamente sono supposizioni anche se sulla carta Discovery e le piattaforme a pagamento sembrano quelle con più possibilità economiche rispetto all’azienda di Stato.
Da Viale Mazzini la lettura di quanto accaduto è diversa, si ostenta tranquillità e si ribadisce che per la Rai non c’è problema alcuno, evidentemente dal settimo piano del palazzone del quartiere Prati si gode di una vista tale di riuscire a leggere tra le righe:
“Nessun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”, precisa la Rai in una nota e aggiunge per ulteriore chiarezza “i giudici amministrativi hanno confermato l’efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l’edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival”
Una nota che ha il sapore di una supercazzola, in cui si conferma la titolarità per il 2025, nonchè l’efficacia e titolarità del format televisivo adottato, ciò non significa che la Rai gestirà il festival 2026, ma che chi eventualmente subentrerà non potrà usare lo stesso format. Basterà aggiungere o togliere una serata perchè il format non sia più il medesimo e averne la piena titolarità.
A differenza di Viale Mazzini il neo sindaco di Sanremo, Alessandro Mager, ha capito bene il favore fattogli dal TAR e in una nota ha spiegato che studierà il da farsi:
“È una sentenza inaspettata, articolata e complessa. Insieme ai dirigenti del Comune e ai nostri consulenti legali, la approfondiremo con scrupolosa attenzione nei prossimi giorni, anche al fine di pianificare le migliori strategie per il futuro”
Per quanto riguarda i commenti del mondo politico, il PD si è detto molto preoccupato e ha parlato di “forte ombra di incertezza su quello che rappresenta il più grande evento mediatico del servizio pubblico e la principale fonte di incasso pubblicitario”. chiedendo all’ad Giampaolo Rossi di andare subito a riferire in commissione di vigilanza.
“Perdere il Festival – hanno sottolineato gli esponenti del Pd in commissione Vigilanza – sarebbe un colpo durissimo non solo per l’equilibrio economico della Rai, ma anche per la promozione della musica italiana e la tradizione culturale che questo evento rappresenta”.
About The Author
