Francesca Michielin: la mia vita con una cicatrice

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Sono passati due anni da quel giorno in cui Francesca Michielin ha dovuto affrontare uno degli eventi più intensi e trasformativi della sua vita: un’operazione delicata, che ha portato all’asportazione di un rene.
Un gesto chirurgico che va ben oltre il fisico: un vero e proprio spartiacque esistenziale. L’8 agosto 2025, la cantautrice ha deciso di condividere sui social un messaggio intimo e potente, che racconta non solo il dolore, ma anche la bellezza della rinascita.
“Non avrei mai immaginato che mi avrebbero tolto un pezzo, ma dicono che quel pezzo rappresenti la paura di non farcela… ora che non ce l’ho più, qualcosa è cambiato.”
Con queste parole, Francesca ha aperto un post Instagram in cui, a cuore aperto, ha ripercorso il viaggio che l’ha portata a ricostruirsi, centimetro dopo centimetro, non solo nel corpo, ma soprattutto nell’anima.
La ferita che diventa forza
Nel suo racconto, Francesca non indora la pillola: parla delle fitte lancinanti, del corpo che cambia, che dimagrisce, si gonfia, perde muscoli e li riacquista per poi smarrirli di nuovo.
Racconta della stanchezza e delle insicurezze, ma anche della forza che nasce nel momento esatto in cui si accetta di non essere invincibili.
Il suo corpo, che inizialmente ha vissuto l’intervento come un trauma, è diventato il compagno fidato di una nuova versione di sé. Non più un involucro da esibire, ma uno spazio da ascoltare, rispettare, persino amare, con tutte le sue cicatrici.
“La società ci vuole sempre felici e in forma, ma il dolore fa parte della crescita, e anche dell’arte.”
Una riflessione che si allontana dai canoni estetici e performativi di oggi, e che abbraccia un ideale più autentico di bellezza: quella che nasce dalla consapevolezza.
Una nuova Francesca, più autentica
Francesca si definisce “impazzita” — come dicono alcuni — ma è un’impazzita bella, vera, libera. Quella libertà che ha saputo trasformare in musica, come ha dimostrato a Sanremo 2025 con Fango in paradiso, un brano viscerale, potente, pieno di vita e corpo.
In una recente intervista, ha raccontato: “Per cantare questo pezzo mi serve tutto il corpo”. Perché ogni nota nasce da lì, da quella carne che ha sofferto e si è ricostruita.
Ma il viaggio di rinascita non si è fermato lì. Il suo ultimo singolo, intitolato proprio Francesca e pubblicato il 30 maggio 2025, è un’autobiografia sonora: un grido di autenticità.
Tra i versi carichi di immagini e tensione esistenziale, il ritornello ripete “Francesca è impazzita”, trasformando quella follia in dichiarazione di sé, emancipazione e forza interiore.
Il palco, da sempre casa sua, ora è anche il luogo in cui porta la sua vulnerabilità come bandiera. Non più solo l’artista precisa e tecnica che il pubblico ha imparato a conoscere fin da X Factor, ma una donna che si lascia attraversare dalle emozioni, anche quelle scomode.
Inno all’imperfezione e alla libertà
Il post si chiude con un’immagine tenera e potente: Francesca bambina che guarda Mulan, sognando di essere invincibile.
Oggi, dopo essere stata “vinta” più volte, si scopre pronta a combattere ancora. Ma non per diventare un eroe invulnerabile, bensì per portare sul palco “quell’uomo che non sarà mai”: una donna che ha capito che a volte bisogna perdere qualcosa per ritrovarsi interi.
“In un mondo che prigioniero è, il mio corpo libero sei tu.”
Una frase che sembra una poesia — e lo è davvero, perché parafrasa il celebre verso di Lucio Battisti in Il mio canto libero: “In un mondo che prigioniero è… il mio canto libero, sei tu”.
Un omaggio sottile ma potente, trasformato da Francesca in un tributo al corpo, non più nemico da domare, ma alleato prezioso da accogliere, anche nella sua fragilità.
Non solo un anniversario, ma un manifesto
Quello che Francesca Michielin ha condiviso non è solo un ricordo personale. È un manifesto sulla cura, sull’identità, sul coraggio di essere vulnerabili. In un’epoca in cui il dolore è spesso nascosto, lei lo mette al centro, e lo trasforma in arte, in melodia, in verità.
Due anni dopo, Francesca non è solo guarita: è rinata. E continua, ogni giorno, a fare pace con quel centimetro in più che la rende più forte. E, soprattutto, più libera.