Giorgio Armani: addio al re dell’eleganza che ha rivoluzionato la moda mondiale

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Il mondo della moda piange la scomparsa di Giorgio Armani, il leggendario stilista italiano che per oltre mezzo secolo ha definito lo stile contemporaneo con la sua estetica senza tempo, fatta di linee pulite, colori neutri e uno sguardo sempre rivolto alla sobrietà, alla bellezza e alla funzionalità.
Armani si è spento serenamente all’età di 91 anni nella sua amata Italia, circondato dai suoi cari e dal team che ha contribuito a costruire un impero globale.
Un’eredità che va oltre la moda
Fondatore dell’omonimo marchio nato nel 1975 con Sergio Galeotti, Giorgio Armani è stato molto più di un couturier: è stato un visionario che ha saputo coniugare creatività e imprenditorialità, costruendo un brand indipendente che ha ridefinito i codici dell’eleganza maschile e femminile, e che oggi spazia dall’abbigliamento al design d’interni, dall’ospitalità alla cosmesi.
Nel 2011 Forbes lo nominò lo stilista italiano di maggior successo commerciale, con un patrimonio stimato di 7 miliardi di euro.
E nonostante il successo globale, Armani rifiutò sempre le offerte dei grandi conglomerati della moda, mantenendo saldamente il controllo della sua azienda. “L’indipendenza è un valore essenziale”, diceva. E lo ha dimostrato fino alla fine.
Dalla medicina alla moda: l’inizio di un mito
Nato a Piacenza l’11 luglio 1934, Giorgio Armani iniziò il suo percorso accademico in medicina, prima di arruolarsi nell’esercito e successivamente avvicinarsi al mondo della moda come vetrinista per La Rinascente. Da lì, l’approdo come stilista per Nino Cerruti e, infine, il grande passo: la creazione del marchio Armani nel 1975.
La prima sfilata avvenne in un caffè milanese. Solo sei anni dopo, Armani era già un nome internazionale, grazie anche al boom del power dressing degli anni ’80 e alla complicità con Hollywood.
Il suo blazer destrutturato e i completi dalle linee fluide cambiarono per sempre il modo di vestire – non solo in Italia, ma nel mondo intero.
La rivoluzione del guardaroba femminile
Se nel menswear Giorgio Armani ha portato una ventata di modernità, nel womenswear ha liberato le donne dai costrutti stilistici del passato, proponendo giacche dalle linee morbide, tailleur eleganti ma pratici, e una palette cromatica che ha fatto scuola: grigi, sabbia, blu notte e neri profondi.
Non minimalista per filosofia, ma per esigenza di essenzialità, Armani ha sempre cercato la perfezione nella forma, nel tessuto, nella funzione.
Le sue collezioni più recenti si sono ispirate a mondi immaginifici – fondali marini, circhi, paradisi tropicali – ma senza mai tradire la sua cifra stilistica inconfondibile: sobrietà, sensualità e forza silenziosa.
Le muse, i reali e i red carpet
Armani non ha solo vestito la gente comune. È stato lo stilista delle stelle e della nobiltà. Iconico l’abito bianco con cui la Regina Letizia annunciò il fidanzamento con l’allora Principe Felipe.
Indimenticabile il vestito da sposa disegnato per la Principessa Charlene di Monaco: un capolavoro di duchesse, cristalli Swarovski e madreperle.
Sul red carpet, il nome Armani è stato sinonimo di classe: Diane Keaton, Cate Blanchett, Penélope Cruz, Jodie Foster, Julia Roberts, Naomi Watts – tutte hanno celebrato il suo genio in pubblico e in privato.
Richard Gere in American Gigolo (1980) fece del suo stile il nuovo sexy urbano.
Russell Crowe, Samuel L. Jackson, Laura Pausini, Charles Leclerc, Marco Mengoni sono solo alcuni dei nomi che, nelle ore successive alla sua morte, hanno ricordato con affetto e gratitudine il “Signor Armani”.
L’architetto del nostro stile
Giorgio Armani ha trasformato il modo in cui ci vestiamo, anticipando tendenze e criticando apertamente gli eccessi del sistema moda. “L’eleganza non sta nell’essere notati, ma nell’essere ricordati”, diceva spesso. E oggi, con la sua scomparsa, è chiaro che sarà ricordato per sempre.
Con lui se ne va l’uomo che ha dato dignità alla semplicità, che ha reso sofisticato il quotidiano e ha nobilitato il comfort.
Se hai mai indossato un completo beige, un blazer destrutturato o una camicia fluida in tonalità neutre, sei stato influenzato da lui. Anche senza saperlo, abbiamo tutti indossato Armani.
Un addio tra celebrazioni e memoria
Ironia della sorte, la morte di Giorgio Armani arriva poche settimane prima del 50° anniversario del marchio, per il quale lo stilista aveva già programmato celebrazioni importanti.
Tra queste, una mostra alla Pinacoteca di Brera a Milano, che ospiterà per la prima volta una sfilata di moda tra le sue sale il 24 settembre 2025. Un evento che, da commemorazione, si trasformerà ora in un omaggio postumo.
Lo stile non muore
Giorgio Armani ha vissuto per il suo lavoro. Anche nei suoi ultimi giorni, a causa della malattia che lo ha tenuto lontano dalle passerelle di giugno e luglio, ha continuato a supervisionare collezioni e progetti in videoconferenza.
Il suo team, la sua famiglia, i suoi collaboratori più fidati – tra cui Leo Dell’Orco – continueranno l’opera del fondatore, secondo i suoi desideri.
In un’intervista del 2022, quando gli fu chiesto come voleva essere ricordato, Armani rispose semplicemente:
“Come un uomo sincero. Dico quello che penso.”
E così sarà ricordato: sincero, elegante, visionario. Il Signor Armani.