Grande Fratello, Beatrice Luzzi è stata un’allucinazione collettiva?

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Devo necessariamente fare due mea culpa per quanto riguarda Beatrice Luzzi.
Il primo, doveroso, per aver ipotizzato, dopo le infelici osservazioni fatte a Shaila Gatta lunedì sera, che si fosse piegata alle logiche della soap opera travestita da reality show messa in piedi da Alfonso Signorini.
Il video postato dalla Luzzi sul suo profilo Instagram ieri cancella, con un colpo di spugna, questa ipotesi: Beatrice, infatti, spinta dal caos generato dalle sue parole, ha voluto spiegarne il senso.
Quanto detto a Shaila, insomma, ci piaccia o no, è tutta farina del suo sacco.
Il secondo mea culpa lo devo fare a chi mi sta accanto. Il lunedì sera prima che cominciasse il Festival di Sanremo è andata in onda la puntata più brutta del percorso della Luzzi al Grande Fratello.
Così emotivamente forte e ingiusta da farmi star male per lei e sfogarmi con la persona che amo (comunicazione di servizio: amore, avevi comunque torto, ma in condizioni normali avrei fatto meno casino).
Perché in Beatrice ci ho creduto, l’ho difesa e supportata e chi mi segue lo sa.
Le scuse le ho fatte, perché quando si sbaglia bisogna saper chiedere scusa e non arrampicarsi sugli specchi altrimenti chi ci è accanto, chi crede in noi si sente tradito, preso in giro.
Il messaggio della Luzzi è chiaro e non necessita né di interpretazioni né di traduzioni da parte delle sue fan più strenue.
Va bene “provocare” quando si è nel privato della propria casa, in discoteca, in un locale, ma in una situazione particolare come quella del Grande Fratello, dove ci sono telecamere che riprendono H24, no.
Fin qui il discorso si potrebbe anche comprendere, anche non condividendolo.
Io però non lo comprendo: il GF dovrebbe essere un reality, uno show dove le telecamere dovrebbero essere dimenticate ed i suoi protagonisti dovrebbero essere se stessi a tutto tondo.
Siamo onesti, chi entra al Grande Fratello, ormai, vuole partecipare ad un “esperimento sociale” e mettersi alla prova o è alla ricerca di fama e notorietà? La risposta, credo, sia scontata.
Da qui, per la proprietà transitiva, anche Beatrice non è stata fino in fondo se stessa ed era alla ricerca di altro, ad onore del vero, però, si è venduta molto bene.
Non ribadisco quanto solo chi rifiuta di accettare che la Luzzi non sia il messia o non sia un essere superiore non vuole vedere: ciò che ha contestato a Shaila è ciò che è stato contestato anche a lei e per cui lei tanto si è battuta: due pesi, due misure anche no.
Nella seconda parte del discorso, poi, si parla di rispetto: bisogna portare agli uomini lo stesso rispetto che pretendiamo da loro.
I fortunati che hanno ricevuto le presunte attenzioni di Shaila non mi sembra si siano lamentati o abbiano implorato aiuto perché messi in difficoltà. Dov’è la mancanza di rispetto?
Se la libertà di ciascuno finisce dove inizia il rispetto per gli altri, possiamo concordare che Beatrice, in quanto opinionista, è libera di esprimere un suo pensiero ma che non manchi di rispetto ad un concorrente?
Possiamo affermare che il ruolo di “opinionista” prevede che si possa dare un’opinione ma che la stessa possa essere egualmente contestata?
O, semplicemente la Luzzi, donna molto intelligente, sta cercando di ottenere da questa esperienza la massima visibilità possibile nella speranza di poter fare un ulteriore salto di qualità nel suo prossimo futuro?
In ogni caso, qualsiasi siano le motivazioni che la spingono, mi pare chiaro che per sei mesi abbiamo vissuto un’allucinazione collettiva, del resto, visti i tempi, dovremmo esserci abituati.