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Un evento allarmante ha recentemente scosso i consumatori nei Paesi Bassi: la celebre azienda dolciaria Haribo ha ritirato dal mercato alcuni lotti delle sue caramelle gommose Happy Cola F!ZZ, dopo che al loro interno sono state rilevate tracce di cannabis.
L’episodio ha destato particolare preoccupazione poiché tra i consumatori coinvolti vi erano anche dei bambini, alcuni dei quali hanno manifestato sintomi preoccupanti come vertigini e malesseri generali.
L’allarme è scattato quando una coppia residente nella regione di Twente, nell’est dei Paesi Bassi, ha denunciato che i propri figli si erano sentiti gravemente male dopo aver consumato le caramelle a forma di bottiglia di cola.
La coppia ha consegnato una confezione da 1 kg di Happy Cola F!ZZ alla polizia locale, che ha poi avviato indagini forensi. I risultati hanno confermato la presenza di cannabis nelle caramelle, avvalorando così i timori iniziali.
L’Autorità per la sicurezza alimentare e dei prodotti di consumo (NVWA) ha prontamente disposto un richiamo totale delle confezioni da 1 kg con data di scadenza gennaio 2026 e un codice prodotto specifico.
L’agenzia ha lanciato un appello ai consumatori, esortandoli a non consumare i dolciumi sospetti e a restituirli per ottenere un rimborso.
Haribo ha assicurato che i prodotti contaminati sono originali e che si tratta di un numero limitato di confezioni distribuite nell’area orientale del Paese.
Patrick Tax, vicepresidente marketing dell’azienda, ha sottolineato la massima serietà con cui Haribo sta affrontando la vicenda: “La sicurezza dei nostri consumatori è la nostra priorità assoluta. Stiamo collaborando pienamente con le autorità per chiarire ogni aspetto dell’accaduto”.
La portavoce della polizia, Chantal Westerhoff, ha dichiarato che è in corso un’indagine per accertare in che modo la cannabis sia finita nei dolci e come le confezioni compromesse siano giunte nei negozi.
Un’ipotesi è che si tratti di una sofisticata manomissione da parte di criminali legati al traffico di droga, i quali, secondo le forze dell’ordine, ricorrono sempre più frequentemente a caramelle e snack per occultare sostanze stupefacenti.
Non è la prima volta che si verificano episodi simili: già nel 2023, sei bambini a L’Aia si erano sentiti male dopo aver ingerito caramelle contenenti THC. Tuttavia, in quel caso si trattava di prodotti non commerciali, bensì imitazioni illegali.
Il caso ha riportato l’attenzione su un fenomeno preoccupante: la diffusione sul mercato nero di dolciumi apparentemente innocui ma adulterati con sostanze psicoattive.
Le autorità raccomandano ai genitori di vigilare attentamente sull’origine dei prodotti consumati dai bambini e invitano i rivenditori a prestare massima attenzione all’integrità delle confezioni.
Mentre l’inchiesta prosegue, il caso Haribo si configura come un campanello d’allarme su una minaccia sempre più subdola: la contaminazione di prodotti alimentari destinati ai più piccoli.