Michela Murgia, due anni dalla morte, la famiglia queer e le battaglie per i diritti

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Sono passati due anni dalla morte di Michela Murgia, scrittrice, drammaturga, opinionista, in prima linea per i diritti ha celebrato fino alla sua dipartita la sua famiglia queer. Sarda di Cabras, dove era nata nel 1972, Murgia ha esordito nel 2006 col romanzo tra l’ironico e il grottesco, “Il mondo deve sapere” sul mondo dei call center, libro che ha ispirato l’opera teatrale omonima nonché il film “Tutta la vita davanti”. Da sempre legata alla sua terra nel 2008 ha pubblicato “Viaggio in Sardegna” e nel 2010 “Accabadora”, con quest’ultima opera ha vinto i premi Super Mondello e Premio Campiello. Nel 2011 ha portato in libreria “Ave Mary”, una riflessione sul ruolo della donna nel mondo cattolico.
Tra le sue opere successive: “Presente”, “L’incontro”, una riflessione sul femminicidio dal titolo “L’ho uccisa perché l’amavo. Falso!” e ancora “Futuro interiore”, “L’inferno è una buona memoria”,” Noi siamo tempesta”, “Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo”, “Stai zitta”, “God save the queer”, “Catechismo femminista” e infine l’ultima opera “Tre ciotole”, quest’ultimo libro uscito postumo è entrato subito in testa alle classifiche di vendita. Dal libro è stato adattato un film, anch’esso intitolato “Tre ciotole”, diretto da Isabel Coixet, con Alba Rohrwacher e Elio Germano, che uscirà nelle sale italiane il 9 ottobre 2025.
La malattia e la battaglia per i diritti
La scrittrice solo pochi mesi di morire aveva rivelato di soffrire di un cancro ai reni al quarto stadio e di essere praticamente condannata a morire. Poco dopo aver reso pubblica la sua malattia aveva raccontato sui social la sua famiglia queer e i suoi momenti privati continuando nel contempo le sue battaglie da attivista per i diritti. Poco prima di morire Michela Murgia aveva sposato l’attore e regista Lorenzo Terenzi documentando tutto in un video che aveva intitolato “God Save the Queer, festa di nozze per Michela Murgia”
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