Omicidio Aurora Tila, l’ex accusato anche di stalking

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Il presunto omicida di Aurora Tila dovrà rispondere anche dell’aggravante di stalking nei confronti della tredicenne piacentina. La ragazzina aveva intenzione di allontanare quel ragazzo due anni più grande di lei che non voleva accettare che la loro frequentazione fosse finita. Il minorenne la faceva sentire sbagliata, inutile, la sminuiva come se quel rifiuto fosse un segnale di immaturità e non una scelta consapevole. Il ragazzo le inviava messaggi per denigrarla, umiliarla e spaventarla nonché costringerla ad avere una relazione con lui.
Nei messaggi si evince quanto la tredicenne fosse esasperata dai comportamenti del suo ex e quanto temesse la reazione violenta del medesimo, tanto è che in uno dei messaggi trovati sul suo diario, Aurora si prometteva di lasciare una lettera in cui spiegava tutto alla madre “così se muoio deve farti il processo” scriveva. In altri messaggi la tredicenne, morta lo scorso 25 ottobre per mano del suo persecutore, scriveva: “Il mio piano di vendetta inizia da ora mercoledì 9 ottobre alle ore 2.50” E ancora: “Ci metto poco a demolirti, mi hai rovinata”.
Messaggi che hanno spinto il pm del tribunale dei minori, Simone Purgato, a chiedere ed ottenere l’aggravante degli atti persecutori, questi ultimi aggravati dalla minore età della vittima e dall’ essere legato alla medesima da una relazione affettiva. Al giovane viene anche contestato di essersi reso protagonista di gesti violenti quali schiaffi e strattoni, una volta che Aurora gli aveva comunicato di volere interrompere la relazione.
Le parole della mamma di Aurora
Morena Corbellini, mamma della tredicenne, all’uscita dall’aula del tribunale per i minori di Bologna dove in questi giorni si sta celebrando il processo, parlando con i cronisti ha detto che si aspetta giustizia e di essere rimasta delusa per l’atteggiamento supponente e per nulla pentito dell’omicida di sua figlia:
“Mi aspetto giustizia da questo processo. Oggi ho provato del gran dolore, anche perché mia figlia non c’è più mentre chi l’ha uccisa era in aula. L’ho rivisto per la prima volta da allora. E’ entrato in aula molto pieno di sé, con le spalle aperte, non mi aspettavo un atteggiamento del genere. Ero convinta di vedere una persona che almeno dicesse la verità”
Secondo l’ipotesi accusatoria, il ragazzo avrebbe spinto Aurora dal balcone del settimo piano del palazzo, colpendola poi alle mani con le scarpe per farla cadere dopo che si era aggrappata alla ringhiera. Una scena raccontata anche da alcuni testimoni, in particolare da un dirimpettaio che si è messo a urlare dal balcone su cui era uscito verso il terrazzo sul quale si stava consumando il crimine.
Per la Procura la caduta incompatibile con un tentativo di suicidio
La Procura ha smontato pezzo per pezzo la linea difensiva del giovane accusato di stalking e omicidio, le telecamere del condominio hanno ripreso l’incontro tra Aurora e il suo carnefice nell’atrio del palazzo prima che i due salissero all’ultimo piano del palazzo per il loro ultimo incontro, quello che avrebbe dovuto avere lo scopo di un chiarimento, il cui risultato è stato un addio che il quindicenne non ha voluto accettare.
E’ stato proprio il presunto omicida a dare l’allarme senza spiegare a che titolo si trovasse sul terrazzo, parlando prima di un incidente e successivamente di un tentativo di suicidio. Ha sempre negato le accuse di omicidio, nonostante le testimonianze, anche dopo l’arresto avvenuto pochi giorni dopo per omicidio volontario. La Procura è sicura che la caduta di Aurora sia incompatibile con un tentativo di suicidio
Dai documenti in possesso del pm, si evince quanto la vittima fosse intenzionata a interrompere la relazione con il ragazzo, che continuava a perseguitarla fino ad arrivare a chiederle un ultimo appuntamento poi rivelatosi fatale. Aurora piena di angoscia nei giorni precedenti aveva chiesto aiuto all’intelligenza artificiale: “Secondo te dovrei lasciarlo? Come faccio a distinguere se è un amore vero o un amore tossico?” Queste le domande rivolte tra la fine dell’estate e i primi giorni di ottobre, per le quali la risposta era sempre la stessa, avrebbe dovuto lasciare il 15enne.
Le richieste della difesa del quindicenne
Dopo che al presunto omicida è stata contestata l’aggravante dello stalking, i suoi legali hanno chiesto un termine e il giudice ha fissato udienza per il prossimo 26 giugno. In quella data verrà discussa anche la richiesta della difesa di procedere con il rito abbreviato condizionato all’audizione di due consulenti medico legali, probabilmente il tentativo della difesa è quello di far valutare eventuali disturbi psicologici del proprio assistito.
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