Patch Adams compie 80 anni, l’ideatore della clownterapia

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Il nome completo è Hunter Doherty Adams, ma è noto in tutto il mondo come Patch Adams. Il medico statunitense, divenuto famoso in tutto il mondo anche grazie a un celeberrimo film del 1998 interpretato da Robin Williams, taglia il traguardo degli 80 anni. La terapia del sorriso o clownterapia di cui è stato attivista e ideatore, ha dato un volto meno plumbeo e amaro a tanti ospedali pediatrici.
Se oggi i clown possono accedere tranquillamente in tutti gli ospedali del mondo occidentale, lo devono al lavoro e alla teoria di Hunter Doherty Adams, che ha stravolto il modo di guardare alla cura della malattia, trasferendo il concetto che il medico come scopo primario deve prendersi cura del malato e poi pensare alla terapia medica per salvarlo. Una concezione dell’approccio al malato che ha stravolto completamente alcuni dei concetti cardine della medicina.
I clown lavorano come volontari anche nelle zone di guerra, proprio seguendo il concetto fondamentale del “prendersi cura” trasmesso dal dottor Adams, per lui una vera e propria filosofia di vita come ama spesso ripetere: “Per favore non chiamatela ‘comicoterapia’ è una filosofia di vita, comunione, fratellanza, amore”
Patch Adams di Tom Shadyac è il biopic dolceamaro sul famoso dottore
Patch Adams è un film tragicomico del 1998 diretto da Tom Shadvac con protagonista Robin Williams nel ruolo del dottore. La sceneggiatura è stata scritta sulle informazioni contenute nel libro “Salute! Curare la sofferenza con l’allegria e con l’amore” scritto dallo stesso Adams con Maureen Mylander. Contrariamente all’accoglienza tiepida dei critici del tempo, il film si è rivelato un successo al botteghino, incassando solo negli Stati Uniti oltre il doppio del suo budget.
Il film comincia con il tentativo di suicidio di Patch Adams. Il tentativo fallisce così decide di rinchiudersi volontariamente in un ospedale psichiatrico, in quel posto scopre che usare l’umorismo piuttosto che una terapia centrata solo sulla cura della malattia, aiuta meglio i pazienti nel loro percorso fornendo loro nuove aspettative di vita. Da qui il desiderio di studiare medicina, si iscrive all’università, mettendo da subito in discussione l’approccio senza anima della scuola verso le cure mediche, comportamento che gli arrecherà problemi, soprattutto con il decano dell’istituto, promotore di idee conservatrici secondo le quali i medici devono limitarsi a curare i pazienti e non fare amicizia con loro.
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