Roma, ondata di proteste studentesche: la mappa delle scuole occupate
Un’ondata di proteste sta attraversando Roma, con studenti di diverse scuole che, in un atto di disobbedienza civile, hanno deciso di occupare gli istituti per far sentire le proprie istanze.
Attualmente, sono quattro le scuole occupate nella capitale: il Liceo Virgilio, il Liceo Visconti, il Liceo Montessori e il Liceo Rossellini.
Le occupazioni, iniziate nei giorni scorsi, sono diventate il fulcro di un ampio dibattito pubblico e politico, portando in primo piano richieste che spaziano dalla sicurezza delle strutture scolastiche alla libertà di espressione e alla difesa dei diritti civili.
Le motivazioni delle occupazioni
Gli studenti hanno avviato le occupazioni per promuovere un ampio confronto su tematiche cruciali, non solo legate alla qualità dell’istruzione, ma anche alla condizione sociale e politica.
Tra le richieste principali, emergono temi che riguardano il miglioramento delle condizioni degli edifici scolastici, gravemente danneggiati dalla mancanza di manutenzione.
Molti istituti presentano aule e corridoi allagati, impianti di riscaldamento non funzionanti e una gestione inadeguata delle strutture. Gli studenti denunciano come queste carenze influiscano negativamente sulla loro esperienza scolastica e sul diritto all’istruzione, chiedendo interventi urgenti per ripristinare un ambiente sano e sicuro.
Al di là delle problematiche edilizie, le occupazioni puntano a sollevare questioni più profonde legate alla libertà di pensiero e alla partecipazione attiva degli studenti nella gestione della scuola.
Gli occupanti chiedono che le scuole diventino spazi di confronto dove discutere liberamente di temi come i diritti civili, l’antifascismo, la lotta transfemminista e la tutela delle minoranze. In questo contesto, la rivendicazione di spazi di discussione viene anche associata alla volontà di creare una scuola che non solo trasmetta conoscenze, ma che formi cittadini critici e consapevoli.
La contestazione contro il governo e le politiche scolastiche
Una delle manifestazioni più forti di protesta si è registrata nel Liceo Maria Montessori, dove gli studenti hanno esplicitamente denunciato le politiche del Governo Meloni, ritenute dannose per il loro futuro.
Le accuse si concentrano soprattutto su una visione educativa percepita come autoritaria e repressiva, con il rischio che le scuole si trasformino in luoghi di controllo piuttosto che di crescita intellettuale e civile. Le proteste denunciano anche l’imposizione di corsi che sembrano più orientati alla disciplina militare che alla formazione democratica degli studenti.
Particolarmente sentita è la critica alla figura del Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, le cui dichiarazioni sul tema della violenza di genere e del patriarcato sono state ritenute inaccettabili da molti studenti.
Le occupazioni chiedono un cambiamento radicale nelle politiche ministeriali, chiedendo maggiore attenzione alle problematiche sociali, e soprattutto una visione della scuola che metta al centro i valori della democrazia e del pensiero critico.
Nel Liceo Virgilio, la situazione è particolarmente tesa, con gli studenti che parlano di un clima di “autoritarsimo scolastico” imposto dalla dirigenza, accusata di limitare il diritto di partecipazione e di espressione.
Queste limitazioni sono viste come un attacco diretto alla libertà di pensiero e alla possibilità di costruire una visione alternativa della realtà, in cui il dialogo e la riflessione siano liberi da imposizioni esterne.
Molti studenti stanno sfruttando le proprie azioni come base di partenza per esprimere solidarietà al popolo palestinese e di Gaza. Solidarietà legata indissolubilmente ad altre rivendicazioni politiche e sociali.
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