Sanremo, Rai e Comune a un passo dall’addio, Torino o Napoli le alternative

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Sanremo (Imperia)- Davvero la città ligure popolare per i fiori e per il festival vuole privarsi della manifestazione canora che ogni anno per una settimana la fa diventare la capitale della musica italiana? Quella che sembrava una mera questione burocratica si sta trasformando, o meglio, si è trasformata da tempo, in un braccio di ferro tra Rai e Comune di Sanremo, che rischia di far emigrare per sempre il festival dalla città che lo ha celebrato per 75 anni in altri lidi.
Il paradosso è che prima che l’affidamento diretto del festival alla Rai fosse giudicato illegittimo, il Comune di Sanremo neanche ci pensava ad organizzarsi un festival per conto suo, tantomeno a battere i pugni sul tavolo per ottenere un punto e mezzo in più sugli introiti nonché l’1% sulla pubblicità. Ogni anno il Comune ha sempre dimostrato affetto e attaccamento alla Rai, ma adesso, quando alla gara per l’affidamento si è presentata solo la Rai ed è il momento di mettersi seduti per concludere, il Comune sta facendo i capricci, tanto da far sbottare l’AD Rossi durante la presentazione dei palinsesti dell’azienda a Napoli e fargli affermare che la Rai un festival è capace di organizzarselo ovunque e da sola.
Il Piano B e le sedi alternative
E mentre si sta lavorando alacremente per giungere a un accordo per mantenere la manifestazione nella location tradizionale, Adnkronos ha rivelato che a Viale Mazzini si starebbe pensando ad attivare il piano B qualora non si addivenisse a una soluzione entro il prossimo CdA del 30 luglio prossimo, l’ultimo prima della pausa estiva. Le parti appaiono troppo distanti e si deve trovare un compromesso, soprattutto bisogna avere il tempo per lavorare al prossimo festival con tranquillità senza avere sulla testa la spada di Damocle di un Comune di Sanremo che fa i capricci e che potrebbe tirare fuori dal cilindro altre richieste senza un accordo sottoscritto preventivamente.
Secondo La Presse dalle parti di Viale Mazzini si sarebbero già individuate Napoli o Torino come alternative nel caso a fine mese i rapporti con il Comune di Sanremo fossero ancora in alto mare. A quel punto se la Rai si dovesse ritirare, il Comune di Sanremo potrebbe organizzare un festival suo, senza la denominazione “Festival della Canzone Italiana” ma potrebbe scontrarsi con un appeal che verrebbe inevitabilmente ad affievolirsi e a ridurre il tutto a una mera rassegna musicale. Resta il fatto non da sottovalutare che il Comune dovrà trovare qualcuno che lo organizzi visto che oltre la Rai, nessun altro ha avanzato una proposta durante la gara d’appalto per organizzarlo.
Ipotesi cambio format
Nonostante le beghe e le trattative per capire quale sarà la prossima casa del Festival della Canzone Italiana, Carlo Conti, direttore artistico dell’edizione 2026 del festival è al lavoro per l’organizzazione e la ricerca delle canzoni. In tutto ciò c’è chi ha anche pensato a un cambio di format. Il festival così come è distribuito su 5 serate lo ha istituito Pippo Baudo nel 1995, da allora ogni direttore artistico ha apportato piccoli cambiamenti e introdotto cose nuove, tipo la serata cover, ma sempre sulle cinque serate si è sciorinato
Una ipotesi di un nuovo format era già stata ventilata dal sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi: “Credo che per la prima volta si stia veramente pensando a un altro format. Penso che gli eventi abbiano un loro corso storico, anche se le origini non si possono mai dimenticare. Però ci sono tanti modi di festeggiare un’origine, pur dando un’evoluzione ad un evento”
Tante ipotesi anche se la domanda principale da porsi sarebbe una: ma siamo proprio sicuri che il festival sia pronto a lasciare Sanremo? La manifestazione è legata a doppio filo con la città dei fiori, il festival e Sanremo hanno rappresentato e rappresentano da sempre un punto d’arrivo, per molti italiani Sanremo è la propria festa ed è difficile pensare di poterla celebrare altrove, anche se si sa che le abitudini si possono a provare a cambiare, ma Sanremo no, Sanremo è l’Ariston, Sanremo è Sanremo, per questo siamo abbastanza convinti che il festival non si muoverà da lì come ogni anno, perché come sempre Sanremo deve restare a Sanremo.
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