Spagna, Valencia, il coraggio degli operatori salva gli anziani di una RSA, stanno tutti bene

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Negli ultimi giorni, la Spagna è stata colpita da una delle peggiori ondate di maltempo degli ultimi anni, con piogge torrenziali che hanno devastato principalmente la regione di Valencia.
L’evento meteorologico, noto come DANA (Depresión Aislada en Niveles Altos), ha portato a gravi alluvioni, causando la morte di almeno 205 persone e decine di dispersi, mentre migliaia sono rimaste senza casa.
La forza delle precipitazioni è stata così intensa che alcune aree hanno ricevuto l’equivalente di un anno di pioggia in appena otto ore, inondando intere città e provocando enormi danni alle infrastrutture, come strade e linee ferroviarie.
La città di Valencia, uno dei centri più colpiti, si è trasformata in un paesaggio desolato con case sommerse dal fango e veicoli ammassati a causa delle acque alluvionali.
Altre località, come Torrent, Paiporta e Alfafar, hanno registrato vittime, tra cui purtroppo anche bambini. Le operazioni di soccorso sono state complicate dalle condizioni estreme, con oltre 1.200 militari impegnati nella ricerca dei dispersi e nell’assistenza ai cittadini sfollati.
Il presidente della regione di Valencia, Carlos Mazón, è finito sotto accusa per la gestione tardiva dell’allerta, attivata solo 11 ore dopo l’inizio delle prime gravi inondazioni, il che ha lasciato molti cittadini impreparati.
Anche il premier Pedro Sánchez ha invitato la popolazione a non abbassare la guardia e a evitare gli spostamenti nelle zone più a rischio, mentre si stima che ci vorranno giorni o settimane per riportare una parvenza di normalità nelle aree colpite.
In questo scenario, appare come un vero e proprio miracolo il salvataggio di 124 anziani ospiti in una RSA, la Novaedat di Sedavì, anche se parlare di miracolo ci sembra improprio.
E’ grazie all’abnegazione ed al coraggio delle dieci infermiere che gli ospiti della residenza sono stati tratti tutti in salvo.
“Alcuni hanno delle ferite che vanno curate, altri sono in affanno perché hanno passato la notte senza ossigeno, ma non ne abbiamo perso nessuno: sono tutti vivi”.
A raccontare ciò che è successo è Susana Ivars, che con le sue colleghe, in meno di mezz’ora ha portato in spalla, per ben due piani, gli anziani.
Ecco il suo racconto.
“Piano piano, l’acqua è entrata nella residenza. Prima lenta, ci ha solo bagnato i piedi, poi sempre più forte. Non avevamo alcun piano di emergenza prestabilito, ma con il livello dell’acqua che si alzava sempre di più, abbiamo capito subito che non c’era tempo da perdere”.
L’ascensore, come si può immaginare, era andato subito fuori uso.
“Non potevamo spostarli con le sedie a rotelle. Così li abbiamo portati in braccio al primo piano. Poi però abbiamo visto che l’acqua continuava a venire su: in pochi minuti è passata dallo zero ai due metri, per cui siamo stati costretti a salire al secondo piano, tutto in meno di mezz’ora”.
Ritiratasi l’acqua, la residenza è rimasta invasa dal fango.
“Non abbiamo ancora elettricità, ma la situazione si è stabilizzata. Alcuni volontari ci hanno consegnato acqua e cibo e andiamo avanti”.
La storia di Susana, Carmen, Paula, Pacheco, Marisol, Pili, Bea, Estela, Raquel e Ana ha emozionato e commosso tutti, come le immagini di centinaia di Valenciani che, armati di pale e scope, si sono riversati sulle strade per ripulirle dal fango e dai detriti.