Temptation Island, la lettura sbagliata del Sud Italia offerta dalla De Filippi

Il pubblico è giudice unico di un programma televisivo ed i numeri di Temptation Island parlano da soli, il programma trash sulle corna prodotto da Maria De Filippi, vola d’estate e piace molto in autunno, dopo il 30% di share raggiunto a luglio senza concorrenza, l’oltre 23% raggiunto martedì scorso ha zittito definitivamente coloro che dicevano che la versione autunnale avrebbe sofferto della concorrenza di altri programmi. Voglia di leggerezza? Evasione dai problemi quotidiani? Vicinanza emotiva con i protagonisti? Pur cercando i motivi di una tale fidelizzazione con il programma non ne troviamo, fatto sta che piace ed il fatto che sia uno degli argomenti di principale discussione sui social ne è la palese conferma.
Maria De Filippi, può essere apprezzata o detestata, bisogna darle atto però di aver percepito cosa piace al pubblico e Temptation Island da programma di evasione estivo si è trasformato sempre più in uno spin off di Uomini e Donne se non del Grande Fratello, diventandone fonte inesauribile di contenuti e di personaggi. Non staremo qui a sottolineare la completa mancanza di valori e di morale che il format rappresenta, ci soffermeremo invece sulla scelta dei protagonisti, tutti piuttosto in cerca di visibilità televisiva che realmente intenzionati a ricomporre il rapporto con il partner.
La De Filippi e i suoi autori hanno sposato la linea della resa televisiva, senza badare alla qualità del prodotto tantomeno alla reale esistenza delle coppie scelte, spesse volte bazzicando i social si scopre che si tratta di coppie scoppiate da tempo riunitesi esclusivamente per partecipare al programma. Le dinamiche sono spesse volte le medesime con lui traditore seriale e lei ragazza paziente e pronta sempre al perdono non insensibile però alle attenzioni del tentatore di turno. Storie fotocopia di altre a cui il pubblico si affeziona nonostante si renda conto che probabilmente il racconto è esasperato dalla penna autorale.
Racconti che nella maggior parte dei casi hanno per protagonisti ragazzi del sud Italia di cui si fornisce un racconto sbagliato, soprattutto la fotografia della Campania è offerta sempre da personaggi che conoscono poco l’italiano, con scarsa cultura, maschilisti e sessisti. Un quadro poco edificante e non veritiero di un territorio e dei suoi abitanti, la Campania e il sud Italia in generale non sono questo, gli ignoranti e gli omofobi non hanno provenienza geografica e sono ben amalgamati sull’intero territorio nazionale, basterebbe fare un giro sui social per rendersene conto.
Perchè quindi una scelta autorale del genere? Soprattutto perchè voler amplificare il messaggio che Sud sia sinonimo di ignoranza facendo accompagnare i dialoghi dai sottotitoli? Un tempo la televisione era il mezzo preposto a lanciare messaggi educativi per la sua immediatezza nell’entrare in tutte le case, adesso invece lancia messaggi sbagliati offrendo come nel caso suddetto il racconto distorto sugli abitanti di una parte d’Italia. Riesce difficile pensare si tratti di un caso visto che il clichè è stato riproposto pedissequamente in due edizioni a distanza di due mesi.
Sarebbe interessante avere una risposta a una scelta del genere che purtroppo reputiamo non arriverà, saremo quindi costretti a tenerci un racconto sbagliato con relativa crescita del pregiudizio nei confronti di una regione d’Italia, evidentemente lo staff di Queen Mary reputa divertente tutto ciò, fedele al detto che se i risultati arrivano meglio non mettere mano alla macchina anche se commette infrazioni, come direbbe Cicerone, oh tempora o mores!
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