X Factor, la semifinale: il team di Achille Lauro fa en plein

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La semifinale di X Factor si apre con un bel messaggio di incoraggiamento e, al contempo, di ringraziamento di Giorgia ai concorrenti dietro le quinte. La serata è di quelle importanti, di quelle che possono cambiare il corso delle loro carriere e la padrona di casa lo sa.
Nella prima manche gli artisti si esibiscono con l’orchestra e ad aprire le danze sono i tanto discussi Patagarri, team Achille Lauro.
Il gruppo propone una versione blues di Can’t help falling in love di Elvis Presley.
I Patagarri ne offrono una versione da night club ma allo stesso tempo cinematografica, sembra un musical.
Al di là dell’ennesima polemica sulla loro identità musicale, che sembra tanto crucciare Manuel Agnelli, i ragazzi sono amatissimi e la dimostrazione è che il pubblico li manda direttamente in finale, dopo la prima manche.
Serata strepitosa quella di Mimì, team Manuel Agnelli.
La versione di Strange fruit di Billie Holiday eseguita con l’orchestra è la sua performance più bella in assoluto. Intensa e, nonostante la sua estensione vocale sia devastante, misurata, portando rispetto ad un testo importante e molto attuale come sia Mimì che Manuel tengono ad evidenziare.
Nella seconda manche la giovane artista si confronta con Mina e la sua Mi sei scoppiato dentro al cuore. Poco da dire se non spettacolare.
E’ il turno dei Les Votives, team Lauro, sul palco di X Factor
La prima esibizione, quella con l’orchestra, li vede cimentarsi nell’iconica Almeno tu nell’universo di Mia Martini.
Scelta azzardata se vogliamo fermarci alla distanza abissale che corre tra il mondo di Mia Martini e quello dei Les Votives. Ma tutto ciò solo sulla carta.
I ragazzi riescono a fare una loro versione del brano rispettandone le armonie ma catapultandolo nel loro sound. Il ritornello riesce a tradurre in suono tutta la potenza vocale di Mia ed il risultato è incredibile.
Nella seconda manche si cimentano in Crazy di Gnarls Barkley. Il famoso “muro di suono” arriva potente ma pulito e ti avvolge, ti coinvolge, ti abbraccia.
Francamente, team Jake La Furia, si esibisce nella prima manche con Per Elisa di Alice e nella seconda con L’ultimo bacio di Carmen Consoli.
Prima di ogni considerazione va fatta una premessa, fondamentale. Francesca ha un talento enorme ed indiscusso.
Il problema, per assurdo, è proprio la particolarità del suo timbro vocale che non esalta le sue performance ma le appiattisce, rendendole tutte uguali e, in alcuni casi, disarmoniche.
Sembra che, al di là della perfezione nell’esecuzione del brano, non riesca ad arrivarne l’anima e la musica, si sa, è per lo più emozione.
Lorenzo Salvetti, team Lauro, propone Caruso di Lucio Dalla e in Questo piccolo grande amore di Claudio Baglioni
Lorenzo Salvetti sa chi è, dove vuole andare e, soprattutto, cosa vuole cantare.
La narrazione per cui i brani scelti per lui siano “tristi” o “pesanti, è stato il più grande errore di valutazione che Jake La Furia e Manuel Agnelli hanno fatto.
Lorenzo è determinato ed è nel suo mondo: la sua versione di Caruso è credibile e convincente e Questo piccolo grande amore, emotivamente, anche di più.
Forse Manuel non ricorda che questa canzone Baglioni l’ha pubblicata quando aveva poco più di vent’anni e definirla inadatta a Lorenzo è, in tal senso, anacronistico.
Gli ultimi ad esibirsi sono i Punkcake, team Agnelli.
Nella prima manche ripropongono My way nella versione che vorrebbe essere quella dei Sex Pistols e nella seconda la più contemporanea Gift Horse degli Idles.
I Punkcake sono simpatici e il loro show è sempre una sorpresa, ma non dal punto di vista strettamente musicale.
Nel punk è la musica a ispirare la performance e non viceversa. Ci piace che i ragazzi non si prendano troppo sul serio, ma che trasformino tutto in avanspettacolo anche no.
Alla fine della seconda manche i Punkcake sono eliminati e Francamente e Mimì vanno al ballottaggio. I giudici chiamano il tilt e il pubblico manda a casa Francamente.
Achille Lauro riesce nell’ardua impresa di portare il suo team indenne alla finale di Napoli.
Bisogna riconoscergli di aver rispettato i “suoi” ragazzi, di averne esaltato il talento senza volerli snaturare per appagare il proprio ego.
Appuntamento, dunque, a mercoledì 5 dicembre con i Patagarri, Les Votives, Lorenzo Salvetti e Mimì ed un ospite d’eccezione, Robbie Williams.