Zucchero e l’anima di “Rispetto”: la svolta di un bluesman

#image_title
Nel cuore degli anni ’80, quando la musica italiana oscillava tra melodie leggere e cantautorato impegnato, Zucchero Fornaciari compiva un salto audace con l’album Rispetto, pubblicato il 28 aprile 1986.
Terzo lavoro in studio, è il disco che segna la nascita del vero Zucchero: ruvido, blues, viscerale. Un artista che smette di inseguire il mercato e inizia, finalmente, a inseguire sé stesso.
Il progetto fu prodotto da Michele Torpedine con gli arrangiamenti di Corrado Rustici, e fonde generi come rhythm and blues, soul, funk, rock e persino influenze orchestrali e reggae.
Una miscela esplosiva per l’Italia musicale dell’epoca, che ancora non era pronta a un sound così “americano”.
Ma Zucchero lo era. Anzi, lo era diventato: poco prima di incidere l’album, aveva trascorso un periodo cruciale negli Stati Uniti, assorbendo l’anima del blues tra Memphis e New Orleans. Questo viaggio, poco noto ai più, fu determinante per la sua trasformazione artistica.
Un episodio emblematico dell’album riguarda proprio la nascita del brano Rispetto, e spiega anche l’origine del titolo.
Zucchero aveva affidato inizialmente i testi all’illustre paroliere Mogol, ma i due entrarono subito in conflitto. Mogol criticava lo stile di Zucchero, troppo straniero, poco italiano.
Alla fine abbandonò il progetto, e Fornaciari – ferito ma determinato – decise di scrivere da solo, segnando così il suo debutto come autore. Il titolo Rispetto non è solo una parola: è una dichiarazione di indipendenza, un grido di identità.
Il disco si avvale anche di collaborazioni sorprendenti: tra i musicisti coinvolti figurano veri giganti della scena internazionale, come il bassista Randy Jackson (che anni dopo sarebbe diventato famoso con American Idol), il tastierista David Sancious (già con Bruce Springsteen) e il batterista Narada Michael Walden (già al fianco di Aretha Franklin e Whitney Houston).
Non era solo un album italiano: era un ponte tra Emilia e America.
Tra i brani più amati c’è Come il sole all’improvviso, una ballata scritta da Gino Paoli, che sarà poi reinterpretata in duetto con l’autore stesso.
E ancora Solo, seduto sulla panchina del porto…, un pezzo poetico che contiene una citazione dalla celebre “Ed è subito sera” di Quasimodo. In Torna a casa, invece, Zucchero strizza l’occhio ai Jethro Tull, con un’intro che ricorda il celebre Bourrée.
L’impatto visivo dell’album non fu da meno: il videoclip del singolo Rispetto aveva un taglio quasi cinematografico, ben lontano dai video standard italiani di quegli anni.
Urban, oscuro, teatrale, anticipava lo stile visivo che Zucchero avrebbe adottato nel tempo, fatto di cappelli, occhiali da sole e giacche da bluesman metropolitano.
Rispetto raggiunse la settima posizione nella classifica italiana del 1986 e fu ristampato in vinile nel 2016, entrando così anche nelle collezioni dei più appassionati.
Ma soprattutto, rimane una tappa fondamentale nella carriera di Zucchero, l’album in cui ha smesso di cercare approvazione, e ha iniziato a chiedere – anzi, pretendere – rispetto.