Leo Gassmann sul referendum: “Perché non avete votato?”

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Il 9 giugno 2025, Leo Gassmann ha espresso la sua frustrazione sui social riguardo al mancato raggiungimento del quorum nei referendum abrogativi del giorno precedente, focalizzandosi in particolare su quelli riguardanti i diritti dei lavoratori. Con un post diretto e incisivo, ha scritto:
“Ma mi spiegate perché non siete andati a votare? Cioè perché un lavoratore non dovrebbe andare a votare a favore di una legge che gli permette di essere più tutelato? Davvero non capisco! Mi spiegate? Grazie.”
Queste parole hanno suscitato un ampio dibattito, mettendo in luce le ragioni di un’astensione che ha compromesso la validità della consultazione.
I cinque quesiti referendari riguardavano:
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Contratti a tutele crescenti: abrogazione delle norme sui licenziamenti illegittimi.
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Indennità per licenziamenti illegittimi: modifica dei limiti per le piccole imprese.
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Contratti a termine: limitazione dell’uso dei contratti a termine.
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Cittadinanza italiana: modifica delle norme per l’acquisizione della cittadinanza.
Questi temi, promossi dalla CGIL e da diverse forze politiche e sociali, miravano a rafforzare i diritti dei lavoratori e a semplificare l’accesso alla cittadinanza per i residenti stranieri.
Nonostante l’importanza dei temi trattati, il referendum non ha raggiunto il quorum del 50% più uno degli aventi diritto, rendendo i risultati non validi.
Le ragioni dietro la bassa affluenza al referendum dell’8 giugno sono molteplici e intrecciate tra loro, riflettendo un malessere più ampio nei confronti della partecipazione politica.
In primo luogo, si è registrata un’astensione strategica: alcuni partiti, piuttosto che affrontare il dibattito sui contenuti, hanno scelto di boicottare il voto invitando i propri elettori a non recarsi alle urne.
Una tattica già vista in passato, utilizzata per impedire il raggiungimento del quorum necessario alla validità del referendum e neutralizzare così quesiti considerati “scomodi” o sfavorevoli al proprio schieramento.
Accanto a questo, ha pesato fortemente il disinteresse o la disinformazione.
Molti cittadini non erano adeguatamente informati sul contenuto e sull’importanza dei quesiti referendari. Alcuni non sapevano nemmeno che si stesse votando, altri non ne comprendevano le implicazioni pratiche, oppure ritenevano le tematiche trattate troppo tecniche o lontane dalla loro vita quotidiana.
Un altro elemento cruciale è stato il diffuso clima di sfiducia nelle istituzioni.
Dopo anni di promesse mancate, scandali politici e percezione di inefficienza, molti italiani si sentono disillusi. Per una parte dell’elettorato, il voto non rappresenta più uno strumento di cambiamento, ma un gesto inutile. Questa disaffezione ha alimentato l’idea che partecipare o meno non faccia alcuna differenza.
Infine, anche la tempistica ha avuto un impatto negativo. Il referendum si è svolto in contemporanea con le elezioni amministrative in numerosi comuni italiani, un fattore che ha contribuito a confondere o distogliere l’attenzione degli elettori.
La sovrapposizione di campagne e messaggi ha indebolito la centralità del dibattito referendario, finendo per diluirne la portata.
Tutti questi fattori hanno concorso a svuotare le urne, impedendo che il referendum raggiungesse la soglia minima di partecipazione.
Un risultato che riapre il dibattito sull’efficacia degli strumenti di democrazia diretta nel contesto politico e sociale italiano di oggi.
Leo Gassmann, noto per il suo impegno sociale e politico, ha utilizzato la sua visibilità per sensibilizzare i giovani sull’importanza del voto. La sua critica all’astensione evidenzia la frustrazione di molti cittadini che vedono nel voto uno strumento fondamentale per il cambiamento.
Il mancato raggiungimento del quorum nei referendum del 8 giugno 2025 evidenzia una disconnessione tra le istituzioni e una parte significativa della popolazione.
Le parole di Leo Gassmann sono un invito a riflettere sull’importanza della partecipazione democratica e sul ruolo attivo che ogni cittadino può e deve avere nel processo decisionale.
Il rischio è che, senza un coinvolgimento diretto, le istanze dei lavoratori e dei cittadini vengano ignorate o marginalizzate.
In un periodo in cui le sfide sociali ed economiche sono sempre più complesse, è fondamentale che ogni individuo comprenda il valore del proprio voto e l’impatto che esso può avere sul futuro del paese.
Solo attraverso una partecipazione consapevole e attiva è possibile costruire una società più giusta e equa per tutti.