Simona Cinà folla ai funerali, tre ipotesi sul decesso

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Una grande folla si è radunata a Capaci in provincia di Palermo, il paese dove viveva Simona Cinà, per rendere l’estremo omaggio alla pallavolista deceduta in una piscina la notte tra l’1 e il 2 agosto mentre partecipava a una festa di laurea. Tra le tante persone accorse presso la chiesa madre di Sant’Erasmo, dove si sono tenute le esequie, anche le compagne di squadra con cui Simona giocava a pallavolo, tutte con la maglietta bianca con il numero 24 e la scritta Cinà, con la quale la ventunenne era solita scendere in campo. Presenti anche le giovanissime allieve a cui Simona insegnava a giocare a pallavolo.
Nella cittadina dalle 12.00 alle 14.00 in concomitanza dei funerali della ragazza, sono state interdette tutte le attività ludiche mentre il sindaco Pietro Puccio ha proclamato il lutto cittadino, invitando gli esercenti ad abbassare le serrande in segno di partecipazione al dolore della famiglia: i genitori della giovane, Luciano e Giusy, il fratello Gabriele e la sorella gemella di Simona, Roberta.
Commosse le parole del sindaco: “Il nostro dolore si aggiunge a quello della famiglia, cui siamo vicinissimi. La proclamazione del lutto cittadino significa questo, stringersi attorno alla famiglia in maniera silenziosa e rispettosa: metteremo le bandiere a mezz’asta, chiuderanno tutte le attività commerciali e non solo. Possiamo dire anche una cosa a chi muore e a chi è dimenticato: Simona non sarà dimenticata, vivrà sempre nel nostro ricordo e nelle nostre azioni. Lei era il prototipo del giovane perfetto: sportiva, salutista, amica di tutti. Vogliamo che questo suo modo di essere venga trasferito anche nelle altre persone: noi non la dimenticheremo”.
Tre le ipotesi sul decesso
Intanto chi indaga sta cercando di risalire alle cause della morte della giovane, non avvenuta secondo l’autopsia per cause di patologie congenite o problemi cardiaci, ma per annegamento, circostanza che può essere solo conseguenza di qualcos’altro. Difficile immaginare che una ragazza di vent’anni, alta, sportiva e ottima nuotatrice possa essere annegata in una piscina di sei metri per quattro, profonda nel punto più alto meno di due metri. L’autopsia oltre all’acqua nei polmoni motivo del decesso non chiarisce altro, per avere un quadro più definito bisognerà aspettare l’esito degli esami tossicologici che potranno essere disponibili non prima di tre settimane.
Prima ipotesi: la congestione durante il bagno alle 3,30 del mattino
La prima ipotesi è che la ragazza abbia avuto un mancamento e perso i sensi al termine della festa, mentre era in acqua tra le 3.30 e le 3.50, in preda a una congestione o per la temperatura dell’acqua troppo bassa a quell’ora. Uno svenimento di cui non si sarebbe accorto nessuno e che avrebbe portato il corpo sul fondo della piscina. La ragazza a quel punto non avrebbe respirato e avrebbe bevuto acqua fino a quando non è stata riportata a galla.
Seconda ipotesi: la scivolata e il colpo alla nuca
Un’altra ipotesi deriva da un lieve segno traumatico rinvenuto sotto la nuca, che potrebbe far supporre che la giovane abbia perso l’equilibrio mentre entrava in acqua a causa del bordo della piscina bagnato. Un colpo che potrebbe averle fatto perdere i sensi, anche se i medici non hanno dato grossa rilevanza al piccolo trauma.
Terza ipotesi: drogata a sua insaputa
L’ultima ipotesi è che la ragazza possa aver assunto sostanze stupefacenti a sua insaputa. I familiari della giovane hanno chiesto di allargare l’analisi degli esami tossicologici ad ogni tipo di sostanza stupefacente, comprese quelle sintetiche, di solito più difficili da rilevare. La famiglia Cinà ritiene infatti che Simona possa essere stata drogata a senza saperlo.
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