Boccia, paura per ciò che può dire, stampa imbavagliata

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Che Maria Rosaria Boccia faccia paura si è percepito dai primi fuochi del caso Sangiuliano. L’imprenditrice campana è stata sminuita e resa vittima di una narrazione sbagliata, si è cercato di intimidirla, non tenendo conto della caparbietà che la contraddistingue.
Su di lei è stato commesso a monte un grave errore di valutazione, chi ha provato a sminuirla non ne ha per nulla messo in preventivo la reazione. La Boccia è stata una bomba deflagrata in mano a un ex ministro non appena ha cercato di prenderne le distanze, ai difensori di quest’ultimo e a un intero ministero.
In attesa delle scuse la Boccia ha ancora parecchi dardi da scagliare
La ex assistente di Sangiuliano, in attesa delle scuse che ancora tardano ad arrivare, anche davanti all’evidenza, che lei ha raccontato sempre la verità, di dardi da scagliare ne ha ancora parecchi, ficcanti e che farebbero davvero male ai malcapitati verso cui fossero diretti.
Chiunque al ministero della Cultura la abbia derisa, adesso non è più al suo posto, allontanato dalle prove che costantemente la Boccia tira fuori dalla sua borsa. Eppure dovrebbe essere ben chiaro a chiunque mastichi un pochino di politica e bazzichi i ministeri, che una assistente di un ministro, che ha frequentato il medesimo per un discreto periodo, conosca molto bene gli scheletri nell’armadio che taluni personaggi possono avere.
La Boccia ne sta tirando fuori un pò alla volta e continuerà a farlo, sola contro un sistema che sta facendo in modo di chiuderle a poco a poco tutti i canali di divulgazione. Possiamo affermare con cognizione di causa, che l’imprenditrice campana in diverse occasioni ha signorilmente taciuto su amicizie particolari, frequentazioni extraconiugali e fatti privati di chi ha cercato di metterla in difficoltà raccontando menzogne.
Chi la attacca ancora non ha ben chiaro, (o forse sì), che al popolo chi viene deriso e sminuito affinché sia messo a tacere, suscita affetto, anzi, il tentato ostracismo si riproduce come un boomerang verso i fautori del medesimo. E’ quello che sta accadendo a Sangiuliano, ha cercato di infangare e sminuire la sua ex assistente e adesso è costretto a contare le sedie vuote durante i suoi eventi oppure a circondarsi di amici accondiscendenti.
L’abuso di potere di un ex ministro
Come un bambino a cui è stato bucato il pallone, Sangiuliano sta facendo quanto è in suo potere affinché la Boccia non possa raccontare la sua verità. Attraverso direttori consenzienti le sono precluse le interviste sui quotidiani e gli accessi in gran parte delle trasmissioni televisive. Le è impedito di controbattere e raccontare la sua versione dei fatti anche quando sul suo conto si raccontano menzogne.
Qualsiasi informazione che dimostri la verità narrata dalla Boccia non viene divulgata. Le prove pubblicate da Dagospia che sbugiardano quanto raccontato da Italo Bocchino a Piazza Pulita non sono state condivise da altri organi di informazione.
Quegli stessi organi di informazione che non hanno esitato a condividere la foto che ha fatto uscire Sangiuliano, in cui si mostra gravido con il pancione, per offendere la sua ex assistente.

Una informazione tutta sbilanciata da un lato, mentre ogniqualvolta la Boccia smonti il castello di menzogne costruito contro di lei, regna il silenzio generale.
Il popolo web della Boccia
L’imprenditrice deve affidarsi al suo popolo web per divulgare la sua voce, Maria Rosaria Boccia a differenza di chi la vuole ridurre al silenzio può contare su un ampio consenso sui social e i like e i commenti sotto i suoi contenuti ne sono la dimostrazione. A fare da ulteriore supporto a tutto ciò, l’appeal avuto sul web della vicenda che la ha riguardata da vicino.
Il 6 settembre, in pena deflagrazione della bomba Sangiuliano, sia l’ex ministro che la sua assistente sono stati in tendenza sui social, l’uno con 62000 post, l’altra con 40.900, oltre centomila post complessivi.

Per meglio percepire l’enormità di consenso, un evento centrale come la liberazione della Sala ha ottenuto poco meno di 6000 post.

Da settembre ad oggi ha fatto da contorno nella vicenda di Sangiuliano e la sua assistente, la consapevolezza che la Boccia abbia tante di quelle cartucce da sparare da mettere a rischio la stabilità del governo.
La Meloni al momento è rimasta al suo posto, forse traballerà quando l’imprenditrice campana non deciderà che è arrivato il momento di vuotare il suo sacco. Sangiuliano e tutto il suo entourage invece sono già saltati e anche chi ha cercato di difendere il ministro raccontando bugie ha dovuto battere in ritirata davanti all’evidenza delle proprie menzogne.
Tutte le rivoluzioni partono dal basso
La storia ci ha insegnato che tutte le rivoluzioni sono partite dal basso, dal malcontento della gente. E’ arrivato il momento di contestare e di attivarsi affinché l’informazione sia bilanciata. Sarebbe opportuno che alla Boccia sia data l’opportunità di dimostrare la sua estraneità alla montagna di fango con cui si cerca di seppellirla.
E’ giusta e da Paese civile che la Boccia possa dimostrare di avere ragione, di avere SEMPRE, avuto ragione!
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