Estorsione Raoul Bova, indagato Federico Monzino, sequestrato lo smartphone di Martina Ceretti, Corona li accusa: “Io non c’entro mi hanno dato loro le chat”

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Raoul Bova è stato minacciato ed è stato vittima di un tentativo di estorsione: la non diffusione delle tristemente famose chat in cambio di denaro. Come ha affermato nelle sue newsletter Gabriele Parpiglia “l’attore ben sapeva chi lo stava ricattando e minacciando di diffondere le chat, delle quali ben conosceva il contenuto”. Un modus operandi per cui Fabrizio Corona ha scontato degli anni di carcere, ma che adesso si smarca dalle accuse di aver rubato e divulgato le chat, queste ultime gli sono state passate da Martina Ceretti, la presunta amante di Bova e Federico Monzino, amico di quest’ultima, rampollo della Milano bene. Sarebbero stati loro a ricattare Raoul Bova e a chiamare l’ex re dei paparazzi per fare in modo che le chat divenissero di dominio pubblico.
Federico Monzino indagato, sequestrato lo smartphone di Martina Ceretti
Nella serata di domenica 27 luglio, è stata divulgata la notizia che Federico Monzino è indagato dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo per tentata estorsione ai danni dell’artista. La Procura ha anche sequestrato il cellulare della influencer, per capire se quest’ultima è parte in causa nel tentativo di estorsione o le chat le siano state carpite da Monzino a sua insaputa.
La relazione tra Bova e Ceretti sarebbe finita da un pezzo, gli investigatori adesso dovranno capire se la diffusione del materiale incriminato sia stata una vendetta ai danni di Bova, i conoscenti dell’artista sostengono che potrebbe essere stata proprio la faccenda dei presunti ricatti a mettere definitivamente la parola fine sulla vicenda, anche se la chat incriminata non è recente.
I messaggi con i ricatti
L’attore ha sporto denuncia quando già diversi messaggi erano arrivati sul suo telefono da un numero sconosciuto. Nei messaggi si fa riferimento agli audio poi divulgati con richieste diventate ogni volta sempre meno velate: “Non è il caso che venga fuori uno scandalo sui giornali, no? – si legge in uno dei messaggi- Per il tuo matrimonio, la tua immagine, per il tuo presente e futuro lavoro” e in un altro: “Lunedì esce su Falsissimo, arriva a Corona, posso non farlo accadere se mi vuoi venire incontro, blocchiamo tutto e risolviamo in privato, se vuoi farmi un regalino ed essere gentile”. Il “regalino” voci di corridoio affermano essere centomila euro per il silenzio.
Il resto è storia recente, Bova non ha ceduto e il 21 luglio scorso Fabrizio Corona ha fatto scoppiare il caso divulgando le chat audio all’interno del suo podcast “Falsissimo”. A tal proposito la Procura di Roma ha affidato le indagini alla polizia postale. Corona non è indagato, anche se come detto in passato è stato condannato per estorsioni, i pm stanno valutando nei suoi confronti l’ipotesi della ricettazione.
La difesa sui social di Fabrizio Corona : “Gli audio mi sono stati consegnati volontariamente da Monzino e Ceretti”
Nel sentire parlare di ricettazione, Fabrizio Corona è intervenuto sui social con una serie di storie Instagram in cui ha rivendicato la sua estraneità a qualsiasi tentativo di estorsione e ricettazione: “Non c’è un solo passaggio di ogni singola puntata che non venga affrontato con l’avvocato Chiesa. L’audio e le chat di Raoul Bova mi sono stati consegnati volontariamente da Federico Monzino e Martina Ceretti, inviati direttamente sul mio cellulare dal loro computer. Non c’è stata alcuna acquisizione fraudolenta del materiale. E nel momento in cui una delle protagonista dei questa vicenda dà il consenso, il problema diventa solo suo. Quanto alla presunta violazione della privacy mi viene da ridere.
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