Kekko Silvestre Modà: i sogni realizzati, la delusione Sanremo, il mondo della musica in cui non conta più il talento

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La schiettezza e l’onesta intellettuale di Kekko Silvestre dei Modà sono state le protagoniste della sesta puntata di Burnout, il video podcast di Selvaggia Lucarelli. Insieme a lui ad analizzare il complesso mondo musicale attuale, due grandissimi esperti del settore, ma soprattutto due persone che non le mandano a dire quali il critico musicale Michele Monina e il promoter Claudio Trotta. Ne è sortito il quadro di un periodo musicale nel quale il talento è spesso messo da parte per far posto alla resa sul pubblico del personaggio, quanti biglietti può vendere e quante teste può portare in uno stadio o in un palazzetto.
A fare da contorno manager con pochi scrupoli pronti a pompare i propri talent confinandoli in convinzioni che non sempre rappresentano la realtà. Da qui i sold out reclamizzati ma inesistenti, le illusioni, gli applausi, i dischi d’oro, le canzoni virali, ma anche i debiti e le delusioni. La mancanza di un percorso costruito a step e quasi sempre rovinato dalla politica del tutto e subito. Un vero e proprio viaggio nel mondo musicale affrontato senza scrupoli e senza piaggerie. Di seguito alcuni passaggi importanti della conversazione che potrete trovare nella versione video integrale, all’interno della newsletter di Selvaggia Lucarelli.
L’intervista
Michele Monina: i motivi per cui il sold out a San Siro dei Modà non è finito nei Tg – “I Modà non sono finiti al tg perché per loro c’è stato un momento di fermo, il loro merito è aver riempito uno stadio senza titoloni sui giornali, sono tornati grazie alla loro fan base. Elodie San Siro lo ha dovuto fare per forza per logiche di mercato. Il corto circuito è stato inserire i biglietti in promozione nello stesso sito in cui vendevano i biglietti a prezzo pieno. Elodie al circuito sta antipatica, c’è stato anche chi la ha voluta mettere in difficoltà e lei con grande signorilità è andata avanti nonostante ben sapesse che sarebbe stato difficile riempire due stadi”
Kekko:”Non so cosa possa aver fatto ai giornalisti, mi ignorano” – “Elodie è stata tra le poche che a Sanremo mi ha chiamato per chiedermi come stavo quindi mi spiace portarla ad esempio di un sistema sbagliato. Ultimo che durante il concerto indica la tribuna stampa e dice che è vuota, lancia una provocazione che parte da lontano, da Sanremo 2018, il secondo posto e lo scontro con la stampa, io invece ai giornalisti non ho fatto nulla ma comunque a San Siro non c’erano lo stesso. Il pomeriggio del concerto faccio tutte le interviste e non escono interviste comincio a pensare che ci sia dietro una narrazione sbagliata della mia musica e dei miei testi o semplicemente non sono allineato a certe logiche”
Claudio Trotta: “I giornalisti musicali non esistono più” – “Il loro mestiere è essere amici dei cantanti, raccontano frottole. Le favole che si raccontavano sul seguito dei cantanti si è trasferita sul pompare i cantanti. Spesso si sono presi cantanti giovanissimi e sono rovinati perché posti a suonare in luoghi grandi, si è creato un fenomeno per cui sono stati venduti pochi biglietti, i promoter hanno acquistato le date in estate e sono stati dei fiaschi. I giovanissimi oggi sono sfruttati e messi da parte. Basterebbe avere dati reali di vendita e non gonfiati, sarebbe sano per chi sta sul palco e per chi lavora. Si usano audio, balletti e altro per mascherare la sostanza che manca. Se si vende un concerto deve essere un concerto non uno show dove c’è tutto ma la musica è il contorno”
Kekko :” Capita che i giovani artisti non si rendano conto del loro reale appeal sul pubblico” – “A volte non sono i manager sono proprio gli artisti a non rendersi conto della loro forza e del loro appeal. Io per fortuna sono uno che ha sempre tenuto i piedi per terra, che ha vissuto periodi particolari, che sa che nella vita di una band ci sono gli up e down. Quando ho detto basta perché sono stato colpito da depressione, è successo l’imprevedibile perché comunque sono arrivate proposte. Pensavo di essere finito, volevo ripartire con calma perché avevo paura, Lorenzo Suraci mi ha salvato, motivato e riportato all’apice.
Ha avuto ragione quando mi ha proposto una data a San Siro, per me era un suicidio, lui mi ha detto che le persone che mi seguivano prima, con una data evento sarebbero tornate ed è stato così. Adesso questo è il mio caso, ma c’è anche il caso in cui l’agente vuole adottare la politica dei piccoli passi e l’artista che non ha la percezione della reale consistenza del suo pubblico insiste per fare Forum e stadi pagando cara la scelta.”
Claudio Trotta: “La discografia da anni non segue più il talento ma i flussi, vede i numeri e ti prende, lo scouting viene fatto sui numeri e non sulle capacità” – “Una volta che hai creato un sistema fittizio, creato sull’appeal del cantante e non sulle reali capacità, una volta che la bolla si sgonfia il cantante viene abbandonato perché si è investito su di lui per i numeri. Prendendo ad esempio Tony Effe, nell’estate di “Sesso e Samba” che ha dominato tutto, non è riuscito a riempire l’Arena Flegrea, i biglietti li davano in omaggio con la candeggina nei discount. Le file finte al Circo Massimo non sono state il segnale di un crollo di popolarità, ma la reale percezione di ciò che è l’artista, che ripeto, nel momento di maggior successo ha riempito l’Arena Flegrea grazie alla candeggina”.
Kekko: “Mancano le scale, manca la strada in salita per arrivare, io sento ancora la fatica di quando dovevamo farci conoscere e ci pagavamo tutto noi andando in perdita pur di farci conoscere” – “Adesso manca questo, vige la politica del tutto e subito. Quando dopo che ti sei alzato l’audio e le luci da solo per tanto tempo e ti ritrovi su un palco con un professionista che lo fa al posto tuo, lo tratti con rispetto, adesso quel rispetto lì manca perché manca tutta una parte. E’ una questione di educazione che manca perché non c’è stata la fatica. Io conosco Olly e Alfa due ragazzi di 20 anni che sono rispettosissimi, altri coetanei non lo sono.”
Michele Monina: “E’ un sistema solo mirato a fare soldi rapidamente” – “Tra l’altro la discografia non è mai stata ricca come adesso, non hanno il costo industriale del prodotto, non hanno il costo del magazzino, non hanno il costo della rete di vendita del prodotto fisico, non hanno i costi di produzione perché diciamocelo, i dischi che vengono fatti adesso vengono prodotti male, velocemente e spendendo due soldi. Hanno una liquidità enorme e quando non ci sono i soldi ci sono gli amici, Kekko non è amichetto di questi qua, per questo non lo passano in radio”
Claudio Trotta: “A Sanremo hanno accusato Kekko di fare canzoni tutte uguali quando il 66% delle canzoni era scritta dagli stessi autori, solo lui e Brunori avevano canzoni che rispecchiavano uno stile personale” – “Alcune persone che frequentano la sala stampa fanno parte di potentati, persone che difendono cantanti a prescindere. Renga fino a quando è stato dentro Amici è stato tutelato, una volta che è andato via perché era in evidente imbarazzo, ha cominciato a prendere le bastonate. Kekko non fa più parte dei protetti, da quando il suo manager ha fondato una sua etichetta musicale”
Kekko: “Io ho seguito il mio manager, ma le due radio che prima erano collegate a lui hanno cominciato a non passare più i miei pezzi” – “La cosa mi ha fatto arrabbiare parecchio perché alcuni brani facevano parte del progetto che avevamo con loro. Gente che prendeva le percentuali sul progetto che non ha più passato una canzone”.
Kekko: “C’è chi guarda Sanremo per gli artisti e chi lo guarda per la musica, solo che i cantautori non vengono tutelati, mi hanno fatto fare la figura del coglione quest’anno” – “Essere trattato come un cretino con la carriera che ho non è giusto. A San Siro quando mi hanno detto ‘devi fare la conferenza stampa’ mi sono chiesto da dove uscissero i giornalisti dato che non li avevo visti, poi ho scoperto che era una parte di stampa che appoggiava la mia protesta contro quei loro colleghi che a Sanremo mi avevano messo ultimo senza darmi spiegazioni.
L’unico errore a Sanremo è stato non andare a RTL durante la settimana che era partner del progetto, per rispetto avrei dovuto esserci, in ogni caso il sabato ultimo giorno, consapevole di essere riuscito ad arrivare fino alla fine ho detto al mio staff che sarei andato a fare il giro delle radio che avevano chiesto di intervistarmi. Sono andato e ho chiesto scusa, le ho fatte per andare a cercare di toppare qualche mancanza per motivi di salute, mi stava uscendo una costola, l’ultima sera mentre cantavo la reggevo con una mano. Mia figlia si è messa a piangere dopo l’ultima sera del festival. A San Siro mi sono preso la mia rivincita, dal palco ho urlato il nome di mia figlia e le ho urlato ‘Abbiamo vinto’ “
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