Napoli, al Museo Archeologico in mostra i manufatti rubati

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Napoli: Per oltre mezzo secolo, un’unità specializzata della polizia italiana ha confiscato manufatti di valore dal mercato nero. Circa 15.000 reperti recuperati sono conservati al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, e ora il museo ne espone 600 per la prima volta.
Intitolata “Tesori riscoperti: storie di crimine e manufatti rubati“, la mostra si concentra non solo sulle opere d’arte antiche, ma anche sulla “dinamica spesso complessa” del traffico illegale che ha portato questi oggetti al museo.
“È una bellissima mostra che racconta una bellissima storia, una storia anche di riscatto per i nostri reperti archeologici rubati, che spesso finiscono in proprietà private o addirittura in musei internazionali”, racconta all’Associated Press Francesco Sportelli, co-curatore della mostra Massimo Osanna, direttore dei musei nazionali del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
“Grazie al lavoro della Procura e delle forze dell’ordine, insieme al Ministero, [questi reperti] stanno finalmente tornando a casa e alla luce”.
Leggi severe regolano la proprietà dei reperti archeologici in Italia.
I saccheggi avvengono da secoli, ma i criminali odierni si sono affidati a tecnologie avanzate, tra cui sonar, droni e metal detector subacquei, per recuperare tesori da relitti e altri siti antichi sotto il Mar Mediterraneo.
La mostra inizia con una panoramica sulla storia del collezionismo, che ha a lungo alimentato scavi illegali e traffici illeciti.
I visitatori apprendono informazioni sui mercati internazionali e sulle forze dell’ordine, su importanti casi giudiziari e sulle storie di oggetti trafugati e non ancora recuperati.
I reperti esposti includono monete, marmi, bronzi, armi, armature e ceramiche. Provengono da tutta l’Italia meridionale e risalgono a un periodo compreso tra l’ età arcaica (circa 650-480 a.C.) e il Medioevo.
La mostra mette in luce diverse storie di scambi illegali: in un caso, un uomo di Napoli ha usato reperti archeologici per pagare il suo farmacista.
In un altro, un archeologo francese ha acquistato sculture dell’antica città di Pompei da un contadino locale per circa 25 euro. Tre lastre affrescate provenienti da una tomba del IV secolo a.C. sono state trovate nella collezione privata della cantante lirica del XX secolo Maria Callas .
In mostra anche “gli strumenti classici dei tombaroli, gli spilloni [sonde del terreno] attraverso cui i becchini perforano il terreno”, afferma Pierpaolo Filippelli, procuratore aggiunto della procura di Napoli. “Ma oggi i trafficanti d’arte operano a un livello più avanzato, utilizzando strumenti come il dark web per vendere opere rubate”.
La mostra è un “viaggio nella memoria collettiva” che sottolinea l’importanza della tutela del patrimonio culturale.
Il Comando Tutela Patrimonio Culturale della Polizia Italiana ha recuperato oltre 100.000 reperti nel 2023 (l’anno più recente per cui è disponibile la documentazione). Le autorità stimano che il bottino valga circa 260 milioni di euro.
“ Tesori riscoperti. Storie di crimine e reperti rubati ” è in mostra al Museo Archeologico Nazionale di Napoli fino al 30 settembre 2025.