Omicidio Thompson, Luigi Mangione si dichiara per la seconda volta non colpevole

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Luigi Mangione si dichiara non colpevole dell’omicidio di Brian Thompson, CEO di Unitedhealthcare.
Nella prima udienza del processo intentato dallo Stato di New York, si è dichiarato non colpevole di 11 accuse statali, tra cui omicidio di primo grado, omicidio di secondo grado come reato di terrorismo e accuse di possesso multiplo di armi.
Mangione rischia l’ergastolo senza possibilità di libertà vigilata se riconosciuto colpevole dell’omicidio di Thompson, avvenuto il mese scorso mentre Thompson entrava nell’hotel Hilton di Midtown.
Questa è la seconda volta che Mangione si dichiara non colpevole.
La scorsa settimana è comparso in tribunale federale per rispondere di accuse che, se confermate, potrebbero portare alla pena di morte.
Per quanto riguarda il processo che avrà luogo per primo, ufficialmente i federali e l’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan affermano che il caso dello Stato avrà la precedenza.
È stato arrestato in un McDonald’s di Altoona, in Pennsylvania, quando un dipendente ha chiamato la polizia, dopo che un cliente del ristorante lo aveva riconosciuto dalle tante foto dei sospettati diffuse.
Nel corso delle indagini, i poliziotti hanno trovato un diario che, secondo loro, appartiene a Luigi… il che dimostra che apparentemente aveva pianificato questo attacco da molto tempo, e sottolinea anche la sfiducia di Luigi nel sistema aziendale americano.
In compenso, durante l’udienza ha accusato il sindaco di New York, Eric Adams, di aver organizzato un pasticcio con il presunto assassino, rendendo impossibile per il suo assistito ottenere un giusto processo.

La Agnifilo afferma che il diritto costituzionale del suo cliente alla presunzione di innocenza è stato violato: era esposto agli occhi di tutti nella più grande messa in scena di a cui abbia mai assistito nella sua carriera; niente di tutto ciò era necessario, afferma, poiché Mangione è stato totalmente collaborativo fin dal suo arresto in Pennsylvania.
Ha definito la marcia “perfettamente coreografata” ed è stata particolarmente indignata dal fatto che vi prendesse parte il sindaco Adams: “Vostro Onore, questo l’ha resa completamente politica”.L’avvocato Agnifilo ha citato la giurisprudenza che afferma “queste marce dei criminali organizzate verso i media, non correlate a un legittimo obiettivo delle forze dell’ordine, sono incostituzionali”.
Poi, la questione è diventata personale quando la Agnifilo ha aggiunto: “Il sindaco dovrebbe sapere più di chiunque altro che esiste una presunzione di innocenza, che anche a lui viene concessa quando si occupa dei suoi problemi”, riferendosi all’attuale incriminazione federale che Adams sta affrontando per presunta corruzione.
Sostiene che Adams sta semplicemente sfruttando la cattura e il processo di Mangione per distogliere l’attenzione dal suo caso penale.
Il fatto che il sindaco, insieme alle forze dell’ordine, abbia trasferito Mangione ha suscitato molte perplessità a causa dell’immagine che si ha di lui: come ha sottolineato l’avvocato, ciò può contaminare la giuria, facendo sembrare che Mangione sia già colpevole prima ancora che venga processato.
L’avvocato principale di Mangione ha anche strapazzato i procuratori dell’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan e del procuratore degli Stati Uniti per, a suo avviso, aver litigato per il suo cliente.
Ha detto in tribunale, “Viene trattato come una pallina da ping pong umana tra queste giurisdizioni in guerra”.