Sophie Codegoni a Le Iene: “Ora non ho più paura”

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Martedì 6 maggio 2025, Sophie Codegoni ha scelto di usare la televisione non per intrattenere, ma per denunciare. In un monologo crudo e profondo andato in onda su Le Iene, la giovane influencer ha raccontato con lucidità la sua esperienza diretta di violenza psicologica e stalking, subita durante la relazione con Alessandro Basciano.
Un intervento che ha colpito milioni di telespettatori, non solo per la forza delle sue parole, ma perché ha avuto il coraggio di rompere quel silenzio che troppe donne ancora mantengono per paura, vergogna o senso di colpa.
Sophie non ha parlato solo da vittima, ma da donna che ha attraversato un tunnel buio e che ha deciso di risalire, passo dopo passo. “Pensavo fosse amore, invece era controllo. Gelosia, diffidenza, manipolazione. Non potevo più vivere”, ha raccontato con gli occhi pieni di dolore.
Non ci sono stati lividi visibili, ma ferite profonde, invisibili, inflitte giorno dopo giorno attraverso parole, silenzi, atteggiamenti. “Mi faceva sentire sbagliata, inadeguata, e alla fine ho iniziato a crederci.”
Il caso ha assunto anche una dimensione legale.
Dopo mesi di tensioni, di sospetti di infedeltà e minacce velate, Codegoni ha denunciato Basciano.
La magistratura ha disposto nei suoi confronti il braccialetto elettronico e un ordine restrittivo: non potrà avvicinarsi né a lei né alla loro figlia. Ma il dolore emotivo non si misura con le sentenze. Si misura nei giorni in cui una donna smette di uscire, di parlare, di sorridere. Si misura nella perdita della libertà, del sonno, dell’autostima.
Lo stalking e la violenza psicologica sono reali, devastanti e troppo spesso sottovalutati. A differenza della violenza fisica, non lasciano lividi evidenti, ma logorano dentro.
Chi la subisce spesso si vergogna, si isola, si colpevolizza. E intanto il partner controlla, umilia, alterna minacce e tenerezze, in un ciclo manipolativo che imprigiona. La paura non arriva tutta insieme: si insinua lentamente, fino a diventare una prigione mentale.
“Mi controllava anche quando non c’era. Ogni mia scelta veniva giudicata, ogni mia parola usata contro di me. E io, lentamente, ho smesso di scegliere e di parlare” ha dichiarato Sophie.
Il suo racconto è lo specchio di centinaia di storie che ogni anno restano fuori dalle aule dei tribunali. Secondo l’ISTAT, oltre il 30% delle donne italiane ha subito nella vita una qualche forma di violenza psicologica o comportamenti di controllo da parte del partner. E il dato è probabilmente sottostimato.
“Questa non è vendetta, è giustizia. Racconto la mia storia per me, per mia figlia Celine, per tutte le donne che stanno vivendo un inferno simile al mio.”
L’intervento a Le Iene non è stato solo un atto di denuncia, ma anche un messaggio di speranza. Sophie ha voluto parlare per sé, per sua figlia, ma anche per tutte le donne che si trovano in situazioni simili. “Pensavo che sarebbe stato impossibile uscirne, invece si può. Non ho più paura. E non sono sola.”
Oggi Sophie Codegoni è una donna che ha scelto di raccontare pubblicamente il proprio dolore per trasformarlo in forza, per accendere un riflettore là dove spesso regna il buio del silenzio. La sua testimonianza non è un caso isolato, ma un tassello fondamentale per dare voce a chi non riesce ancora a parlare. Perché la violenza psicologica è subdola, ma non per questo meno reale.