Virginia Giuffre, la voce contro Epstein, muore a 41 anni

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Simbolo della lotta contro gli abusi e il traffico sessuale, Virginia Giuffre si è tolta la vita nella sua fattoria in Australia Occidentale. Lascia tre figli.
La Giuffre, una delle principali accusatrici di Jeffrey Epstein e figura di riferimento nella battaglia contro il traffico sessuale internazionale, è morta a 41 anni nella sua fattoria di Neergabby, in Australia Occidentale.
La famiglia ha confermato che si è trattato di un suicidio, legato al peso insostenibile degli abusi subiti nel corso della sua vita.
“Alla fine, il prezzo degli abusi è stato troppo alto”, si legge nella nota rilasciata dai familiari. “Virginia era una guerriera, una luce che ha sollevato tante sopravvissute. Non ci sono parole per esprimere il vuoto che lascia.”
Madre di tre figli – Christian, Noah ed Emily – Giuffre aveva trovato nella maternità una motivazione ulteriore per denunciare i suoi aguzzini. “Fu stringendo tra le braccia la sua bambina che capì di dover affrontare chi le aveva fatto del male,” raccontano i suoi cari.
Il suo dramma iniziò a soli 16 anni, quando venne adescata da Ghislaine Maxwell mentre lavorava come assistente spogliatoio nel resort Mar-a-Lago di Donald Trump.
Da quel momento, Giuffre fu vittima di un sistema di sfruttamento orchestrato da Epstein, che la “offriva” a uomini potenti, tra cui – secondo la sua denuncia – membri della famiglia reale britannica.
Nel 2021, Giuffre intentò una causa civile contro il principe Andrea d’Inghilterra, accusandolo di averla aggredita sessualmente quando era ancora minorenne. Il procedimento si concluse nel 2022 con un accordo extragiudiziale.

La sua morte arriva a poche settimane da un incidente stradale che l’aveva vista coinvolta in un impatto con uno scuolabus. Pur non riportando ferite gravi, Giuffre aveva parlato sui social media di una condizione psicologica fragile, affermando di avere “solo pochi giorni di vita”.
Avvocati e amici la ricordano oggi come una persona di straordinario coraggio e umanità. “Era molto più di una cliente”, ha dichiarato l’avvocato Sigrid McCawley. “Era una combattente per chi non aveva voce.”
Il suo rappresentante, Dini von Mueffling, ha sottolineato: “Virginia si preoccupava sempre degli altri prima che di sé stessa.”
La polizia dell’Australia Occidentale ha confermato che, pur essendo in corso un’indagine di routine, la morte non viene considerata sospetta.
Virginia Giuffre lascia un’eredità indelebile nella lotta contro gli abusi e il traffico di esseri umani. Il suo esempio continuerà a ispirare coloro che cercano giustizia e verità.