Alessandro Coatti, 4 arresti in Colombia per il suo omicidio

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La tragica vicenda di Alessandro Coatti, biologo italiano di 38 anni, ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana e internazionale.
Dopo mesi di indagini serrate, oggi – domenica 22 giugno – le autorità colombiane hanno eseguito quattro arresti per l’omicidio del ricercatore, il cui corpo era stato ritrovato smembrato nei pressi di Santa Marta, in Colombia, lo scorso aprile.
Originario di Portomaggiore, in provincia di Ferrara, Coatti aveva costruito una brillante carriera accademica tra l’Italia e il Regno Unito, lavorando per anni alla Royal Society of Biology.
Nel 2024 aveva lasciato il suo incarico per dedicarsi al volontariato in Ecuador e successivamente a un viaggio in Sud America.
Il 3 aprile era arrivato in Colombia come turista, ma il suo soggiorno si è trasformato in un incubo: scomparso il giorno successivo, il suo corpo è stato ritrovato a pezzi in una valigia abbandonata nella vegetazione di Bureche, alla periferia di Santa Marta.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Roma in collaborazione con la magistratura colombiana, i Carabinieri del Ros e il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, hanno ricostruito con precisione gli ultimi giorni di vita del biologo.
Decisivi sono stati gli accertamenti tecnici sui dispositivi elettronici della vittima, che hanno permesso di tracciare i suoi spostamenti e identificare i sospetti.
Secondo quanto emerso, Coatti sarebbe stato adescato tramite un’app di incontri da una banda criminale specializzata nel derubare turisti stranieri.
Dopo averlo drogato, i suoi aggressori lo avrebbero ucciso e smembrato per ostacolare l’identificazione del corpo. Un modus operandi purtroppo noto in alcune aree del Paese, dove il turismo può diventare un’esca per crimini efferati.
La svolta nelle indagini è arrivata grazie alla cooperazione tra le autorità italiane e colombiane, che hanno lavorato senza sosta per mesi.
Le testimonianze raccolte, unite alle prove digitali, hanno portato all’emissione dei provvedimenti restrittivi nei confronti di quattro cittadini colombiani, ora accusati di omicidio in concorso.