La Talpa low cost non convince, più che un reality una terapia di gruppo

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Adesso abbiamo capito perchè Piersilvio dopo aver acquistato i diritti de La Talpa ha preferito tenerla nel cassetto tre anni prima di proporla. Dopo la prima puntata possiamo dire che il programma un pregio lo ha e non è indifferente, a mezzanotte è terminato, e menomale verrebbe da dire, non riusciremo mai a capire quale sottile piacere ci sia in Mediaset nell’uccidere i programmi storici, quelli a cui il pubblico è affezionato.
Il format non ha un’idea di fondo, la cosa evidente è che gli autori si siano dovuti adeguare e confezionare un prodotto con i fondi a loro disposizione. Il format originario è stato denudato di tutto, non ne è rimasto nemmeno l’essenziale. La Talpa fino a 16 anni fa era un adventure show, non solo un format in cui bisognava individuare chi in un gruppo avesse il ruolo del sabotatore.
Che i soldi manchino è evidente, si è passati da location esotiche a una villa nel viterbese, dalla capanna Maya in Messico e dalla casa nel villaggio in Kenya attaccata dai Masai, alle campagne della Tuscia, soprattutto al gioco manca l’elemento fondamentale, il ruolo della Talpa. Non sappiamo se gli sbadigli abbiano fatto in modo di farci distrarre più del dovuto, ma manca il passaggio dal montepremi del concorrente a quello della Talpa, quando sbagliano le prove.
Il fattore che abbiamo trovato più antipatico è che il programma non sia registrato tutto di fila, il format è stato trasformato in una specie di docu-reality in cui le prove sono state effettuate in precedenza e che i concorrenti commentano a cose fatte. Si è passati dal mangiare un occhio gigante di un animale, da farsi seppellire respirando con una cannuccia o mungere le mucche senza averlo mai fatto, a una sorta di terapia di gruppo con i partecipanti seduti intorno a un tavolo a commentare.
In mezzo a tutto ciò, Diletta Leotta, bella da vedere, ma poco incisiva nella conduzione, la giornalista catanese non riesce a creare pathos, non ha ritmo, in questo per la verità poco aiutata dai concorrenti, soprattutto non riesce ad empatizzare con chi partecipa al gioco, e se non arriva ai concorrenti figuriamoci a casa attraverso uno schermo. A sua discolpa la mancanza di uno studio, di un pubblico e di due opinionisti a supporto, il coraggio nell’accettare una conduzione del genere non le è mancato.
Da ciò che si è visto il format più che ad un adventure show assomiglia a L’Isola dei Famosi, reality al quale ha scippato la prova del fuoco e un pò anche al Grande Fratello, per la staticità dei concorrenti, soprattutto mentre stanno tutti seduti attorno a un tavolo. D’altronde i programmi Mediaset stanno subendo una grande crisi di identità, perchè La Talpa non dovrebbe rientrare tra coloro hanno perso le caratteristiche che li hanno fatti grandi?
Per quanto riguarda la puntata, Marco Melandri ha comprato l’immunità spendendo l’intero budget, mentre Ludovica Frasca è risultata la prima concorrente eliminata per aver sbagliato quasi tutto il test sull’identità della Talpa. Si confermano concorrenti esperti del genere, Marina La Rosa e Gilles Rocca, le poche dinamiche che si sono viste sono passate attraverso loro.
Non possiamo dire al momento, se l’intero gioco ruoterà intorno a loro, almeno per quel che riguarda il montaggio, essendo tutto registrato la protagonista è la mediocrità assoluta. I contenuti e la verve della conduttrice vedremo se arriveranno.
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