Sara Campanella, l’omicida si toglie la vita in carcere

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Stefano Argentino, omicida di Sara Campanella, si è tolto la vita in carcere. Il giovane aveva accoltellato il 31 marzo scorso per strada a Messina, la ragazza di cui si era invaghito e che non gli prestava le attenzioni desiderate. Argentino aveva già manifestato intenzioni suicide, era stato sotto sorveglianza per 15 giorni per poi tornare in cella con due detenuti. Sembrava che il periodo difficile fosse passato, aveva ricominciato anche ad alimentarsi dopo che per un periodo aveva rifiutato il cibo. Il giovane, stando a quanto trapelato, si è impiccato dopo essersi allontanato dagli altri detenuti, è stato ritrovato morto dagli agenti di polizia penitenziaria. Il 10 settembre si sarebbe dovuta tenere la prima udienza del processo. La Procura di Messina ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità.
L’omicidio di Sara Campanella
Sara Campanella studentessa di medicina a Messina, è stata uccisa il 31 marzo scorso su via pubblica a poca distanza dall’Università. Ad incastrare l’omicida, oltre alle testimonianze di alcuni ragazzi fermi alla fermata dell’autobus che non hanno fatto in tempo ad intervenire, le riprese della telecamera di servizio di un distributore di benzina, che ha ripreso passo passo la scena. Nelle immagini si vede Argentino camminare accanto alla vittima, lei che si allontana infastidita e lui che la aggredisce alle spalle con un coltello mentre Sara prova a sfuggire alla presa.
Dopo il femminicidio il giovane si è rifugiato in una casa della sua famiglia a Noto, ma dopo poche ore i carabinieri lo hanno rintracciato e arrestato. Interrogato in caserma il giovane ha confessato l’omicidio, raccontando che Sara continuava a rifiutare le sue attenzioni nonostante un asfissiante e insistente “corteggiamento”. Sara tra l’altro aveva una relazione con un ragazzo e di questo Argentino ne era a conoscenza.
I colleghi di Università ascoltati dai militari dell’Arma hanno raccontato degli atteggiamenti persecutori dell’aggressore, di cui la vittima aveva paura, il giorno stesso in cui è stata uccisa, Sara aveva inviato un messaggio alle amiche con la scritta: “Il malato mi segue”. La vittima per documentare le molestie subite, aveva attivato la registrazione audio sul suo cellulare, in cui si sente chiaramente la ragazza intimare al suo stalker di non essere più disturbata: “Non voglio nulla con te, spero ora, dopo un anno, di essere stata chiara”
Il legale della mamma di Sara Campanella: “Epilogo terribile di una storia terribile”
L’avvocata Concetta La Torre, legale della mamma di Sara Campanella, ha così commentato l’accaduto: “E’ l’epilogo terribile di una storia terribile. Ha deciso lui le sorti di due famiglie. Per noi è un colpo molto doloroso. Non possiamo che essere addolorati in questo momento. Non ci sono parole per descrive i sentimenti che stanno provando i familiari di Sara”
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