Sulmona, dodicenne abusata e ricattata da due adolescenti

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Sulmona – Il racconto fa orrore sia per la giovanissima età della vittima, sia per la crudeltà dei due giovanissimi aguzzini, uno di dodici anni, stessa età della vittima, e uno di diciotto, sia perché per l’ennesima volta ad essere strumento di ricatto è il web. I due giovanissimi hanno abusato per diverso tempo della ragazzina, filmandone le violenze e ricattandola dicendo che se avesse parlato le immagini sarebbero andate a finire in rete.
Sul web non ci sono finite, ma purtroppo i due aggressori le hanno divulgate sui gruppi WhatsApp, adesso i due sono indagati dalla Procura con le accuse di violenza sessuale aggravata e revenge porn. A divulgare la notizia, i quotidiani Il Messaggero e Il Centro. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, sarebbe stata proprio la confessione fatta dalla vittima ai suoi genitori a fare scattare le indagini, che hanno portato alle perquisizioni presso le abitazioni e al sequestro dei pc e dispositivi elettronici dei due indagati.
I militari dell’Arma stanno adesso verificando, sia la provenienza del materiale sia chi ne ha avuto accesso, l’indagine avendo i due giovani pubblicato le immagini della ragazzina sui gruppi WhatsApp potrebbe allargarsi con una contestazione anche nei confronti di tutti coloro che hanno divulgato il video o lo abbiano semplicemente visto. Al momento esiste un fascicolo presso la Procura della Repubblica di Sulmona per il reato di violenza sessuale aggravata.
Considerazioni
Come purtroppo spesso accade ci ritroviamo a parlare di violenze da parte di minori su coetanee, da tempo ripetiamo quanto il problema sia grave e radicato nonché figlio di una cultura maschilista e sessista che proviene dalle famiglie. Si discute spesso sul tema, si è detto giustamente di istituire un’ora obbligatoria di educazione alla sessualità nelle scuole, a farsene promotore, Gino Cecchettin, papà di Giulia, figura simbolo delle donne morte per femminicidio, ma senza il supporto delle famiglie poco si può fare.
A tutto ciò si aggiunge una non regolamentazione del web e la possibilità che hanno alcune app di poter divulgare contenuti hard, insomma una serie di situazioni su cui intervenire, per le quali ci si sdegna ma non si fa prevenzione. La pena per gli esecutori dei crimini è giusta, ma una volta commesso un crimine significa che c’è stato un reato e soprattutto che c’è stata una vittima. La prevenzione avrebbe lo scopo di educare quantomeno per ridurre i reati, ma al momento come canta Noemi, sono solo parole.
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